Gare truccate per lavori in sei carceri della Lombardia: 3 indagati. Al centro dell’inchiesta anche campi da calcio

Gare truccate in cambio di mazzette per lavori in sei carceri della Lombardia. In altri termini: un “sistema di diffusa opacità” con una “gestione clientelare” dei lavori edili e di manutenzione. È quanto ritengono di aver ricostruito i pubblici ministeri della procura di Milano, Giovanna Cavalleri e Giancarla Serafini, nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza che vede 3 persone indagate – un ex funzionario del Provveditorato regionale per la Lombardia, un ingegnere dello stesso Provveditorato e il rappresentante legale dell’azienda che si sarebbe accaparrata i lavori in cambio di tangenti – e che ha portato all’acquisizione di documenti negli uffici dello stesso provveditorato del Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria.
I lavori pilotati si sarebbero svolti nei penitenziari di San Vittore e Opera a Milano, di Pavia, Como, Brescia e Monza. La procura ipotizza i reati di turbativa d’asta, falso ideologico e corruzione su una decina di bandi. Da quanto si è saputo, il valore delle presunte gare truccate, in cambio di tangenti, sarebbe almeno di diverse centinaia di migliaia di euro. Gli appalti sarebbero stati truccati “con doni, promesse o collusioni” per Michele Caliendo, ingegnere e “funzionario tecnico” della sezione edilizia penitenziaria. Con lui sono indagati Roberto Lucon, rappresentante legale di una delle società appaltatrici, la Lucon sport, ed Enrico Trocino, responsabile unico del procedimento per le opere del campo di calcio nel carcere di Como ed ex funzionario del Provveditorato lombardo del Dap.
I lavori, si spiega nel decreto di perquisizione, tra 2021 e 2024 venivano “affidati sempre alle medesime imprese”, ossia Edil Piazzatorre srl, Elcotem Impianti srl e Edilimpianti srl, già coinvolte in due indagini a Milano, con il “ricorso sistematico e in via esclusiva all’affidamento diretto o a procedure semplificate” o “negoziate” per “eliminare del tutto” o “limitare” la “libera presentazione di offerte” da parte di altre imprese. Come si legge ancora, le indagini sarebbero nate dopo una mail arrivata, il 29 marzo 2024, alla segreteria del Provveditorato regionale in cui “si denunciava” la condotta dell’ingegnere e le sue “onerose richieste”. I “pranzi e i regali offerti” a lui non sarebbero stati “sufficienti a ‘chiudere un lavoro così semplice'”.
Al centro degli accertamenti anche la realizzazione di campi da calcio nelle carceri di Pavia e Como. Per quanto riguarda il campo del penitenziario di Como, stando al decreto, viene contestato ai tre indagati il falso per attestazioni non veritiere sulla regolare esecuzione dei lavori da parte della Lucon. In particolare, sarebbero stati gonfiati i costi, con “variazioni del tutto ingiustificate, riguardanti sia l’ampiezza delle attività di scavo preventive, sia la fornitura dei materiali di riempimento”. Sarebbe stata comprata “sabbia per gli scavi” in “quantità del tutto sproporzionata”. Costi per lavori pubblici non “supportati da adeguata documentazione tecnica”.
In più non risultavano eseguite, nell’aprile 2024, “lavorazioni” come “fornitura e posa di bandierine”, “fornitura di impianto elettrico”, scavi, collegamenti di tubi per la fognatura e “pozzetti di ispezione”. Le perquisizioni del Nucleo di polizia economica finanziaria della Gdf di Milano ha disposto il sequestro di dispositivi informatici e telefoni dei tre indagati e l’acquisizione dei bandi delle opere presso gli uffici del provveditorato regionale del Dap del ministero della Giustizia.