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Alexander Langer si ritroverebbe in questi Verdi e in questa transizione energetica?

Sono trascorsi trent’anni dalla morte di Alexander Langer e stavo per iniziare a scrivere un ricordo della sua figura, quando in rete mi sono imbattuto in un video
Alexander Langer si ritroverebbe in questi Verdi e in questa transizione energetica?
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Alex Langer, ecologista, intellettuale, europarlamentare e fondatore dei Verdi in Italia e in Europa, moriva il 3 luglio 1995 in un oliveto nei pressi di Firenze. Lasciò un commovente invito a chi restava: “Continuate in ciò che è giusto”. Era nato a Vipiteno (Alto Adige) e a lungo si era occupato del rapporto tra le comunità linguistiche ed etniche. A lui si devono i fondamenti dell’ambientalismo (“La conversione ecologica è una cosa molto concreta”, scriveva), dell’antimilitarismo e di una politica consacrata all’impegno civile: più che pacifista, si definiva “facitore di pace”. Fu militante in Lotta Continua. (ndr)

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Sono trascorsi trent’anni dalla morte di Alexander Langer e stavo per iniziare a scrivere un ricordo della sua figura, quando in rete mi sono imbattuto in un video girato da Paolo Piacentini. Paolo Piacentini è da più di trent’anni un esperto di trekking e, in particolare, di sentieri. Il video riguarda il disastro causato dalla posa di pale eoliche su un crinale del Mugello. Piacentini aveva la voce rotta dalla commozione mentre descriveva lo scempio causato dalle strade di cantiere.

Torniamo a Langer. Negli anni Ottanta egli fu uno dei fondatori del movimento politico dei Verdi e in tale formazione nel 1989 fu eletto per la prima volta al Parlamento europeo e divenne il primo presidente del gruppo parlamentare dei Verdi, venendo rieletto nel 1994. Uno dei capisaldi dei Verdi era quella che noi oggi chiamiamo la transizione energetica, cioè il passaggio dalle energie di origine fossile alle energie rinnovabili. Del resto, il simbolo dei Verdi era il sole che ride.

Torno allora al video di Piacentini, che dimostra solo una parte dei costi che la transizione energetica comporta. Da un lato pale eoliche sui crinali e pannelli solari su terreni agricoli consumano suolo prezioso, dall’altra realizzare da noi occidentali la transizione energetica comporta nuove colonizzazioni a monte in giro per il mondo al fine di reperire i metalli e gli elementi chimici necessari.

E adesso spostiamoci in Germania, nella nazione che era la patria dei Grünen, cioè dei Verdi. Se oggi i Verdi tedeschi continuano a spingere sul pedale della transizione energetica, contemporaneamente sostengono senza esitazioni l’invio di armi all’Ucraina.

Fatte queste premesse, ritorniamo ancora a Langer per domandarci se egli – ambientalista e pacifista convinto – si ritroverebbe in questi Verdi e si ritroverebbe in questa transizione energetica, che si appalesa come un nuovo business del grande capitale. A tale proposito giova ricordare che nel 2022 Larry Fink, amministratore delegato di BlackRock (il maggior fondo di investimento al mondo) ebbe ad affermare in una lettera agli amministratori delegati di tutto il mondo: “Ci concentriamo sulla sostenibilità perché siamo capitalisti, non perché siamo ecologisti”.

La risposta appare scontata. No. Sentiamo le sue parole: “Perché ci sia un futuro ecologicamente compatibile è necessaria una conversione ecologica della produzione, dei consumi, dell’organizzazione sociale, del territorio e della vita quotidiana. Bisogna riscoprire e praticare dei limiti: rallentare (i ritmi di crescita e di sfruttamento), abbassare (i tassi di inquinamento, di produzione, di consumo), attenuare (la nostra pressione verso la biosfera, ogni forma di violenza).” “Lentius, profundius, suavius”. Appunto.

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