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Putin: “Non voglio la capitolazione dell’Ucraina, ma il riconoscimento delle realtà sul terreno. Non escludo di conquistare Sumy”

Il presidente russo al Forum di San Pietroburgo: "Le minacce di Israele a Khamenei spero siano solo retorica". Sull'Ucraina: "Vogliamo il riconoscimento delle realtà emerse sul terreno, non la capitolazione di Kiev"
Putin: “Non voglio la capitolazione dell’Ucraina, ma il riconoscimento delle realtà sul terreno. Non escludo di conquistare Sumy”
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Vladimir Putin allarma l’Occidente dal Forum economico internazionale di San Pietroburgo. Il presidente della Russia ha detto di considerare il popolo russo e quello ucraino un unico popolo: “In questo senso, tutta l’Ucraina è nostra”. Non ha nascosto i rischi di escalation verso una terza guerra mondiale: “È preoccupante. Lo dico senza ironia. Certo, il potenziale di conflitto è enorme e sta aumentando”. Poi ha smorzato i torni, specificando come il Cremlino non cerchi “la capitolazione dell’Ucraina, ma solo il riconoscimento delle realtà emerse sul terreno”. Una richiesta, fino ad ora, sempre respinta al mittente dall’Unione europea e da Zelensky, desiderosi di ristabilire i confini precedenti all’invasione.

Tuttavia, lo zar non ha escluso neppure la possibilità che le forze armate russe prendano il controllo della città ucraina di Sumy, nel nord-est del Paese, proprio mentre si discute della possibilità di una tregua ai combattimenti. L’obiettivo della Russia infatti è creare una “zona cuscinetto” lungo il confine, ha aggiunto Putin, accusando Kiev di rappresentare una minaccia costante per i territori della Federazione vicini all’Ucraina: “Non abbiamo come obiettivo la presa di Sumy, ma in linea di principio non lo escludiamo, bombardano costantemente le nostre aree di confine”. Secondo Putin, “l’esercito russo avanza ogni giorno in tutte le direzioni, lungo l’intera linea del fronte”.

Il leader russo si è anche espresso sul conflitto tra Israele e l’Iran. In risposta ad un cronista che citava le minacce israeliane di uccidere l’ayatollah Ali Khamenei, lo zar ha risposto: “Vorrei molto che le cose da lei menzionate rimanessero a livello di retorica”. Il Cremlino, dunque, preme per la trattativa con Teheran sul programma nucleare, scongiurando l’intervento armato americano per distruggere il sito iraniano di Fordow per l’arricchimento dell’uranio.

Il presidente russo sottolinea la crescente influenza economica dei Paesi Brics, anche per nascondere il rischio di recessione in cui si trova il Paese. L’economia della Federazione, colpita ma non affondata dalle sanzioni americane ed europee, sta virando verso mercati non Occidentali: “I Paesi Brics valgono il 40 per cento dell’economia globale – ha dichiarato Putin – e questa quota continuerà a crescere. E’ un fatto certo. Una crescita che arriverà soprattutto dai Paesi dinamici del Sud Globale” Poco prima, nella sale del Forum di San Pietroburgo, era stato proiettato un video sulla perdita di egemonia degli Stati Uniti nella sfera economica.

Più cresce l’isolamento della Russia più i Brics, nati come Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, ora con anche Indonesia ed Emirati arabi uniti, diventano il riferimento del discorso di Putin. Gli ospiti dell’edizione di quest’anno al Forum includono il Presidente indonesiano Prabowo Subianto., il vice Premier cinese Ding Xuexiang, l’esponente della casa reale del Bahrain, Nasser bin Hamad al-Khalifa e il vice Presidente del Sudafrica, Paul Mashatile.

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