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Siano lodati tre mesi di vacanza! Sempre siano lodati!

I figli crescono e i #patatini si ritrovano col solito problema: dove parcheggiare la prole d’estate, visto che scuola e lavoro hanno orari e calendari incompatibili?
Siano lodati tre mesi di vacanza! Sempre siano lodati!
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Come ho già detto altre volte, i #patatini, appena diventano genitori, diventano una roba insopportabile. Sono convinti di aver fatto chissà quale impresa nel mettere al mondo un essere umano, come se avessero scalato l’Everest in Birkenstock. In realtà, è una cosa che succede da sempre, lo hanno fatto anche i nostri nonni, i nostri bisnonni e persino gli uomini delle caverne. Non c’è niente di speciale. Fare figli è normale, così come è normale scegliere di non farne.

Poi però i figli crescono, e i patatini si ritrovano col solito problema: dove parcheggiare la prole d’estate, visto che scuola e lavoro hanno orari e calendari incompatibili? Così, ogni anno, parte la solita gnola: “Bisognerebbe tenere le scuole aperte fino a fine giugno, anzi fino a luglio, anzi facciamole riaprire direttamente ad agosto”. Proposte imbarazzanti che stanno anche raccogliendo un certo seguito e che vanno arginate.

Come fermare questa deriva patatina lasciando ai ragazzi i loro tre mesi di sacrosante vacanze estive?

La soluzione è semplice: ogni lavoratore ha diritto a due mesi di stop estivo, senza possibilità di diniego da parte del datore di lavoro. Si lavora fino a fine giugno, poi dal 1° luglio al 31 agosto si sta a casa. Un mese si copre con le ferie, per l’altro si resta senza stipendio. Se qualcuno preferisce non usufruirne, va a lavorare e si paga centri estivi, babysitter e altre forme di detenzione temporanea, come sempre. Fine.

Così almeno la smettiamo con questa tiritera annuale. Che ne dite?

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