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Per salvare il diritto al referendum la questione è semplice: va abolito il quorum

L’ennesimo fallimento referendario per mancanza di quorum impone una riforma. Inutile comunque piangersi addosso, meglio darsi da fare
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L’ennesimo fallimento referendario per mancanza di quorum impone una riforma per salvare il diritto al referendum.

Indipendentemente da ciò che ciascuno pensasse sui singoli quesiti, l’annullamento di un processo che ha coinvolto milioni di persone è un ulteriore colpo inferto al poco che resta della partecipazione democratica in Italia. Inutile comunque piangersi addosso, meglio darsi da fare.

La questione è semplice: va abolito il quorum. E chi vuole farlo, può firmare la legge di iniziativa popolare lanciata da Mario Staderini. Si firma QUI.

È una riforma urgente se vogliamo salvare uno strumento fondamentale della nostra democrazia: quella “seconda scheda” che la Costituzione ci ha dato come arma da usare quando i rappresentanti eletti con la “prima scheda” non ci pare stiano facendo bene il loro lavoro.

Non è una questione di destra e sinistra. La sinistra italiana ha spesso fatto a gara con la destra nel boicottare i referendum: dalla fase di raccolta firme, alle sentenze politiche della Corte costituzionale, dal boicottaggio delle urne per annettersi l’astensionismo fisiologico fino al tradimento dei referendum validi vinti. E ogni volta che il colpo di sabotare l’espressione della volontà popolare riesce, ecco pronte le spiegazioni di regime: colpa dei troppi referendum, spiegano quelli che li hanno fatti fuori.

Qui non è in discussione il diritto a non votare, anche se sarebbe meglio non fosse alimentato da robuste dosi di disinformazione. Qui in gioco c’è un principio semplice: chi va a votare, decide; chi non è interessato a decidere, non vota. Come succede negli Stati americani e in Svizzera, dove si votano costantemente referendum senza quorum sulle più disparate materie, con grande soddisfazione degli elettori, che sentono di contare ancora qualcosa.

Una volta depositate le firme in Parlamento sulla proposta di legge di iniziativa popolare, si potranno dividere i Parlamentari italiani in due categorie: quelli che difendono (di solito inutilmente) i referendum solo quando li fanno loro, e quelli che invece difenderanno il diritto al referendum, votando per l’abolizione del quorum.

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