“Mani nude” di Mauro Mancini, al cinema dal 5 giugno e in anteprima il 4 giugno al Milano Film Festival, è la storia di Davide (Francesco Gheghi) e Minuto (Alessandro Gassmann) che affonda le sue radici nelle paure e nei sentimenti più disturbanti di un uomo e di un ragazzo, che sono entrambi vittime di un destino più grande di loro. A FqMagazine i protagonisti Alessandro Gassmann, Francesco Gheghi e il regista Mauro Mancini.
Alessandro Gassmann: “I deboli sono cattivi, i deboli fanno male, i forti fanno la pace” – Del romanzo mi ha colpito la possibilità di andare dritti dentro l’inferno e, come reazione, cercare una via d’uscita. Questo è quello che, poi, è molto rappresentativo nella società nella quale purtroppo in questo momento particolare stiamo vivendo. Una società miope, violenta, aggressiva, senza possibilità di perdono, soprattutto senza pietas, che mi sembra la cosa più evidente e lampante che appare sotto ai nostri occhi. Io penso che non si sia predisposti a fare del male. Questo dipende da tante cose, dalla famiglia nella quale viviamo, dalle circostanze che ci circondano, dai fatti che accadono la nostra vita. Quindi si diventa non cattivi, si diventa aggressivi, si diventa violenti. Io ho una considerazione dell’essere umano, siamo animali come tante altre specie sul nostro pianeta, siamo l’unica specie che prova sentimenti di violenza cattiva, senza altri fini, solo per fare del male e questo ci rende la specie peggiore. L’unico modo, l’unica possibilità che abbiamo per fermare le guerre in Ucraina e a Gaza è la comprensione, è il desiderio di capire le ragioni dell’altro, la mediazione. Usare il cervello più sviluppato delle specie terrestri per fare il bene, ci vuole volontà. Ci vuole forza perché per essere per essere buoni, per fare atti di dolcezza, di vicinanza e di amicizia bisogna essere molto forti. I deboli sono cattivi, i deboli fanno male, i forti fanno la pace.
Francesco Gheghi: “Ho preso 10kg di massa muscolare in 2 mesi e mezzo” – Come mi sono preparato fisicamente e mentalmente a questo ruolo? Grazie a Mauro Mancini e alla produzione che mi hanno dato la possibilità di fare questo film. Mi sono preparato grazie a Giulia Megozzi, la mia dietologa e Antonello Regina, il preparatore atletico, che mi hanno dato la possibilità di lavorare per arrivare a pesare dieci chili di massa muscolare in due mesi e mezzo. Questo mi ha aiutato molto per la credibilità del personaggio e anche per la tenuta fisica perché sapevamo che sarebbe stato un film molto impegnativo a livello fisico e quindi avevo bisogno di stare sul pezzo”.
Mauro Mancini: “Il ritratto di una società disumanizzata” – Non conoscevo il romanzo “Mani Nudi”. Me l’ha fatto leggere Giuseppe Saccà e sono molto felice di averlo fatto, perché mi è piaciuto fortissimo. Sicuramente una delle tematiche più interessanti erano quelli della disumanizzazione alla quale sono costretti i due personaggi principali del film e anche tutti gli altri secondari. Questo mi interessa moltissimo perché come uno specchio si lavora con un’idea di società sempre più disumanizzata che stiamo vivendo sulla nostra pelle e credo che il cinema abbia anche questo ruolo: quello di trattare delle tematiche che sono attuali e riportarle sullo schermo.