Antimafia, Colosimo: “No a sconti e distinguo sulle stragi nere. La foto con Ciavardini? Chiedo perdono se ha ferito qualcuno”
“C’è stato un periodo in cui c’era da avere paura ma sul quale non si possono fare sconti o distinguo. Dobbiamo avere il coraggio di smettere di cercare giustificazioni e dobbiamo dire che quando c’è una sentenza, c’è una sentenza”. Così la presidente della Commissione Antimafia Chiara Colosimo (FdI) ha condannato gli anni delle stragi rosse e nere. “Questa cosa la dico per tutte le stragi“, ha specificato parlando alla Scuola di formazione politica Piersanti Mattarella. E ha citato esplicitamente piazza Fontana, per la cui attuazione non ci sono state condanne definitive a causa di depistaggi e tentativi di insabbiamento ma in cui l’impronta neofascista è emersa con evidenza, e la strage della stazione di Bologna per cui sono stati condannati i neofascisti dei NAR Giuseppe Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e per concorso Luigi Ciavardini, Gilberto Cavallini e Paolo Bellini.
L’esponente di Fratelli d’Italia ha spiegato: “Lo dico con la consapevolezza che nel 2025 continuare a cercare di difendere una cosa indifendibile è folle. Se il terrorismo nero ha fatto danni incalcolabili lo si dice, altrimenti non si andrà mai avanti. Il riconoscere alcuni fatti non ha nulla a che vedere con l’appartenenza: io non ho niente a che fare con quella gente e mi fa paura quella gente“.
Le polemiche per la fotografia che la ritrae proprio con Ciavardini e che ha indotto i familiari delle vittime di mafia a protestare contro la sua elezione al vertice dell’organismo antimafia? “Risale al periodo in cui facevo il consigliere regionale: non posso che continuare a chiedere scusa, anche se preferisco la parola perdono, se quella foto ha ferito qualcuno. Io ho conosciuto Ciavardini in carcere quando aveva già i permessi per uscire”, ha ribadito. “Aveva una associazione con la quale faceva rieducazione per i detenuti. Mi ha molto ferito quanto successo con quella foto perché io dichiarai immediatamente che quello non era un incontro istituzionale: quella foto non è una condivisione di idee, non è il tentativo di dare una immagine nuova a quell’uomo”. E ancora: “Ciavardini non lo vedo da molti anni ma spero che il suo percorso lo abbia portato a pentirsi di quello che ha fatto, ma da parte mia non c’è alcuna condivisione di quello che è stato fatto”.