Televisione

“La mascolinità tossica esiste ovunque. Il politicamente corretto? Preferisco parlare di educazione alla gentilezza”: Pietro Sermonti sui “Maschi Veri”

A FqMagazine anche Maurizio Lastrico, Matteo Martari e Francesco Montanari

di Andrea Conti

Mettete assieme quattro amici, uomini (soprattutto maschi alfa) che si scontrano con una nuova realtà e una nuova società di cui sconoscono il linguaggio. I quarantenni Mattia (Maurizio Lastrico), Massimo (Matteo Martari), Riccardo (Francesco Montanari) e Luigi (Pietro Sermonti) provano a cambiare verso la parità sociale e di genere, ma nel frattempo si rimettono profondamente in discussione. Sono i protagonisti di “Maschi Veri“, la serie tv disponibile su Netflix.

Il punto è che la mascolinità tossica nel nostro Paese esiste ancora: “Esiste sempre quando qualcosa lo si è imparato in modo un po’ ideologico, – dice a FqMagazine Pietro Sermonti – quando non si fanno i conti col corpo, quando non si fa scendere dentro il corpo quello che si assorbe da dove si viene, quando c ‘è una spaccatura, lì è il problema. Io da ragazzino mi ero scritto sopra il letto “il corpo non mente”, che sembra una minchiata, lo è per certi versi, però io so che il mio corpo è sempre stato più sincero del mio cervello. Non è che io mi sveglio la mattina e dico adesso ‘cerco di far evaporare un grammo di mascolinità tossica’, però sto facendo un percorso, fatto di letture e di andare a snidare, rivedendo la propria esistenza con gentilezza e amore proprio. Non puntandomi il dito per cose che ho fatto, ho detto, pensato che oggi non farei. Non bisogna fare finta di non pensare quello che si pensa. La cultura è capire con la gentilezza, come atto politico, se è il caso di farlo uscire da sé o no, quello lo sto imparando. Cioè sapere che essite un riverbero sulle persone.

E poi c’è il politicamente corretto: “Non mi piace questa espressione, la trovo molto, un po’ pruginosa e poi in realtà inesatta. A me interessa l’umanamente corretto, che parte semplicemente dalla mia percezione della mia delicatezza e gentilezza e dalla premura che ho verso i conflitti degli altri. Vorrei citare un mio grande amico che diceva: ormai la gentilezza è rimasto l’unico vero atto politico”.

Gli fanno eco anche gli altri attori. Matteo Martari afferma “di aver lavorato personalmente sulla mascolinità tossica…In realtà, i primi a lavorare sulla mia ipotetica o eventuale mascolinità tossica sono stati i miei genitori, nel senso che hanno cercato di educarmi, nel senso della civiltà, del rispetto delle idee delle persone che abbiamo davanti, nel rispetto delle azioni.

“Adesso ci troviamo sicuramente di fronte a una rivoluzione effettiva – ha continuato Francesco Montanari – e nella rivoluzione si ribalta tutto. Penso però che il maschio abbia perso qualsiasi riferimento perché quello che aveva come modello precedente ha capito che non è positivo rispetto a giustamente una dichiarazione di intenti del femminile e adesso mi trovo anche io molto spesso smarrito nella gestione di un quotidiano. Perché non basta più che so lavare i panni , ma serve veramente un dialogo attivo e implica molto lavoro”.

Infine Maurizio Lastrico ha detto: “Mi è capitato di ascoltare battute sessiste chiaramente involontarie e in realtà c’è stato un momento di imbarazzo per cui credo che anche la persona che ha fatto questa battuta abbia avuto il brividino dentro di sé sul set mi è capitato di sentire i battuti sessisti probabilmente lo sentite perché non pronunciate anch’io ci capita e faccio riferimento a quello che diceva Francesco, che il sessismo è qualcosa di dentro di noi. Questa serie racconta il dilagare degli stereotipi e racconta anche che i maschilisti sono a vari strati, anche persone più insospettabili, lo sono”.

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