Allarme dei Vigili del fuoco sui rischi per la salute dei Pfas. I pompieri tra le categorie più esposte

La Direzione nazionale dei Vigili del fuoco lancia l’allarme: attenti ai Pfas. Le sostanze perfluoroalchiliche utilizzate nell’industria costituiscono un inquinante che il corpo umano non riesce ad espellere e sono contenute nelle acque, nelle schiume antincendio e anche nell’abbigliamento composto da tessuto ignifugo. Per questo il direttore centrale Gaetano Vallefuoco ha scritto alle Direzioni regionali e interregionali dei Vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile, invitandoli a segnalare qualsiasi caso di contaminazione da Pfas, così da poter sottoporre il personale a screening e verificare problemi all’organismo. Il documento è stato inoltrato anche alle organizzazioni sindacali territoriali e all’Osservatorio bilaterale per le politiche sulla sicurezza sul lavoro e sanitarie del Corpo dei Vigili del fuoco.
Si tratta di un’indagine conoscitiva sulle rilevazioni ambientali effettuate da parte degli organismi di controllo competenti per territorio, con possibili ricadute sul personale. “I Pfas possono contaminare facilmente le risorse idriche, influenzando in particolare le falde acquifere e altre fonti di acqua potabile. La contaminazione delle acque potabili rappresenta uno degli effetti più preoccupanti, poiché espone la popolazione al rischio di esposizione continua a questi composti”. La dimostrazione si è avuta in Veneto con l’inquinamento originato dallo stabilimento Miteni di Trissino, che ha contaminato la falda e gli acquedotti in tre province.
Il comando nazionale dei Vigili del fuoco ricorda come a livello locale gli enti competenti per il monitoraggio ambientale siano le Agenzie Regionali per la Protezione dell’Ambiente (ARPA), che svolgono attività di analisi e monitoraggio della qualità dell’aria, del suolo e delle acque. Sono anche responsabili dell’attuazione delle normative europee e nazionali riguardanti i Pfas. I controlli sulla qualità delle acque destinate al consumo umano e la sorveglianza sanitaria della popolazione esposta ai Pfas sono invece svolti dalle Aziende Sanitarie Locali.
La Direzione centrale dei Vigili del fuoco invita tutte le proprie strutture ad “acquisire, per tramite dei Comandi di propria pertinenza territoriale, informazioni riguardanti le azioni intraprese dagli organismi competenti territoriali per accertare la presenza di inquinamento ambientale da Pfas. Nel caso in cui risultassero evidenze certificate da parte dei suddetti organismi della presenza di inquinamento dovranno trasmettere a questa Direzione centrale la relativa documentazione”.
Successivamente si procederà “ad un monitoraggio ambientale (acqua ed aria) all’interno delle sedi di servizio (locali interni ed aree all’aperto) dei Comandi interessati, per poi procedere, qualora risultasse la presenza di inquinamento ambientale da Pfas, all’effettuazione di uno studio sul personale potenzialmente esposto con le stesse modalità (esame del sangue e del capello del personale vigile del fuoco su base volontaria) attuate in Emilia Romagna”. A Bologna è stato sottoscritto un accordo con l’Università degli studi del capoluogo per dare operatività agli accertamenti”.
La lettera del comando dei vigili del fuoco è stata svelata dal giornalista Andrea Tomasi di Byoblu, “la Tv dei cittadini”. Il documento non fa riferimento ai retroscena che hanno indotto a lanciare il monitoraggio. I vigili del fuoco sono quotidianamente a contatto con le acque o con materiale ignifugo, ad esempio le tute che indossano. Uno studio dell’Università dell’Arizona Health Science ha scoperto che i pompieri sono i lavoratori con il più elevato tasso di sostanze perfluoroalchiliche nel sangue. In Italia i vigili del fuoco sono stati particolarmente colpiti da una vicenda che ha registrato, tra il 2022 e il 2023, il decesso per tumore al cervello di quattro loro uomini, che avevano lavorato ad Arezzo. Si è attivata anche l’Associazione Medici per l’Ambiente (Isde) che ha presentato denunce in 35 Procure della Repubblica italiana, chiedendo di aprire inchieste sui danni causati dai Pfas alla salute umana.