Televisione

Eurovision 2025, la Spagna solleva dubbi sul televoto: “Influenzato da conflitti bellici”. Il premier Sanchez: “Come per la Russia anche Israele via dalla gara”

La richiesta è avvenuta dopo che la cantante israeliana Yuval Raphael che era al ventesimo posto, con 60 voti della giuria, è arrivata seconda ricevendo 297 punti dal televoto

di F. Q.
Eurovision 2025, la Spagna solleva dubbi sul televoto: “Influenzato da conflitti bellici”. Il premier Sanchez: “Come per la Russia anche Israele via dalla gara”

Spenti i riflettori su Eurovision Song Contest 2025 con la vittoria di JJ per l’Austria e un clamoroso secondo posto per la cantante israeliana Yuval Raphael, si apre il dibattito per il prossimo anno.

La radio tv pubblica spagnola, Rtve (che aveva mandato in onda prima della Finale Eurovision un messaggio chiaro contro il conflitto che si sta consumando a Gaza), ha annunciato che chiederà all’Unione Europea di Radiodiffusione (EBU), organizzatrice di Eurovision, di aprire un confronto sul televoto nel concorso per valutare se la forma in cui viene effettuato sia la più adeguata.

Secondo Rtve diversi Paesi presenteranno la stessa richiesta, ritenendo che il televoto sia influenzato dai conflitti bellici attualmente in corso, che potrebbero far perdere alla cerimonia il suo spirito culturale. La tv spagnola ha chiesto poi di conoscere quanti voti ciascun Paese in gara abbia ricevuto dalla Spagna. La richiesta è avvenuta dopo che la cantante israeliana Yuval Raphael che era al ventesimo posto, con 60 voti della giuria, è arrivata seconda ricevendo 297 punti dal televoto. Raphael è stata la concorrente più sostenuta dal territorio spagnolo.

Qualcosa di simile è successo anche agli artisti ucraini Ziferblat, favoriti dal televoto. L’artista spagnola in gara, Melody, che ha presentato il brano “Esa Diva” è arrivata 24esima su 26 e ha ricevuto solo 10 punti dal televoto.

Sulla scia delle polemiche esplose, si è mosso anche il premier Pedro Sanchez che ha dichiarato che Israele dovrebbe essere escluso dalla competizione internazionale, come 3 anni fa è stato per la Russia dopo l’invasione in Ucraina, per “solidarietà con il popolo palestinese”. La cultura non può restare “neutra, muta, equidistante” – come pretende l’Unione Europea di Radiodiffusione (Uer) per la più grande vetrina di talento europea – di fronte alla “follia della guerra e dei bombardamenti” a Gaza, ha ammonito Sanchez. Che ha evidenziato la necessità di evitare “doppi standard” e ha chiesto all’Europa “coerenza” rispetto al diritto internazionale.

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