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Omicidio di Stefania Camboni: arrestata la compagna del figlio. “Ha cercato come lavare il sangue”

Fregene - La procura ha disposto il fermo per Giada Crescenzi: si ipotizza un movente legato all'eredità. Durante l'interrogatorio erano emerse numerose contraddizioni
Omicidio di Stefania Camboni: arrestata la compagna del figlio. “Ha cercato come lavare il sangue”
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Un delitto efferato, consumato tra le mura domestiche e mascherato, maldestramente, da rapina finita male. Ma la messinscena non ha retto al vaglio degli investigatori. A meno di 24 ore dal ritrovamento del corpo di Stefania Camboni, 58 anni, uccisa con almeno 15 coltellate nella sua abitazione a Fregene, i carabinieri hanno fermato la compagna del figlio della vittima su ordine della procura di Civitavecchia guidata da Alberto Liguori con l’accusa di omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione. La donna si chiama Giada Crescenzi.

L’allarme è scattato giovedì mattina, 15 maggio, intorno alle 7. A trovare il corpo senza vita di Stefania Camboni, coperto da alcuni cuscini e con numerose ferite d’arma da taglio al torace, è stato il figlio Francesco Violoni, di rientro dal suo turno di notte come guardia giurata all’aeroporto di Fiumicino. L’omicidio sarebbe avvenuto ore prima, probabilmente mentre la donna dormiva.

La scena del crimine presentava fin da subito elementi anomali. Non c’erano segni di effrazione nella villetta di via Agropoli, che la vittima condivideva con il figlio e la stessa Crescenzi. All’interno, nulla sembrava mancare. A rendere il quadro ancor più sospetto, il ritrovamento dell’auto di Stefania Camboni in una cunetta, come se fosse uscita di strada, e il suo portafoglio abbandonato in strada nelle vicinanze. Un tentativo di depistaggio, definito “grossolano” dagli inquirenti, per far credere a una rapina.

Le indagini, coordinate dalla procura di Civitavecchia, si sono concentrate rapidamente sull’ambiente familiare. Giada Crescenzi è stata sottoposta a un lungo interrogatorio. Durante il colloquio, sarebbero emerse numerose contraddizioni nel suo racconto. La giovane avrebbe dichiarato di aver dormito per tutta la notte e di non essersi accorta di nulla. Una versione che non ha convinto gli investigatori. Nella tarda serata di giovedì, intorno alle 23, è scattato il fermo. Contro la donna c’è anche la scoperta di alcune ricerche su internet su “come togliere il sangue dal materasso” e come “come avvelenare una persona”. Il cellulare dell’indagata è stato sequestrato. Sul materasso del letto della vittima è stata trovata un’ampia macchia di sangue nascosta da un copriletto.

La Procura ha ravvisato a carico di Crescenzi il pericolo di inquinamento probatorio e di reiterazione del reato. Al momento, il movente del delitto non è stato ufficialmente chiarito, ma una delle ipotesi più accreditate dagli inquirenti riguarda discussioni per questioni legate all’eredità. Stefania Camboni era vedova dal 2020 di Giorgio Violoni, ex calciatore del Maccarese e delle giovanili della Lazio, figura molto conosciuta nella zona, morto per un male incurabile. Con lui aveva avuto due figli.

Pochi giorni prima di essere uccisa, Stefania aveva pubblicato una storia su Instagram dal tono amaro: “Quando cercate di ferirmi, ricordatevi che ho visto chiudere una bara con la persona più importante della mia vita”. Un messaggio che, alla luce della tragedia, suona quasi come un presagio. L’avvocato Massimiliano Gabrielli, che assiste come parti civili il figlio Francesco e la sorella di Stefania Camboni, ha dichiarato a LaPresse: “Si tratta di un omicidio brutale, avvenuto nel sonno e con premeditazione, escludiamo l’ipotesi di un furto in casa”. Per domani, sabato 17 maggio, la Procura ha disposto l’autopsia sul corpo della donna, che verrà effettuata presso l’istituto di medicina legale dell’Università Sapienza a Roma. L’esame autoptico sarà cruciale per stabilire l’ora esatta del decesso e fornire ulteriori dettagli sulla dinamica dell’omicidio.

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