Femminicidio di Daniela Coman, la donna attirata con l’inganno dall’ex: “Era vittima di stalking. Denunciate”

Attirata con l’inganno nella casa dell’ormai ex compagno che l’ha poi soffocata e uccisa. È stata uccisa così Daniela Coman, 47enne trovata morta nell’abitazione del 45enne Peter Pancaldi a Prato di Correggio (Reggio Emilia), tra mercoledì e giovedì. L’uomo, che ha confessato il femminicidio, è stato fermato nella notte e dovrà rispondere di omicidio premeditato aggravato, in quanto commesso su vittima di atti persecutori. La ricostruzione è stata data in conferenza stampa al comando provinciale dei carabinieri di Reggio Emilia dal procuratore Calogero Paci che ha coordinato le indagini.
Secondo quanto emerso, i due si erano lasciati. Nella tarda mattinata di martedì 14 maggio, Coman è stata chiamata dal 45enne con la scusa di recuperare suoi effetti personali ancora in casa. Un incontro che si sarebbe svolto in modo pacifico. Poi però Pancaldi l’ha richiamata, dicendole che in un pc e in una macchina fotografica c’erano delle foto di suo figlio – un ragazzino di 11 anni che la donna aveva avuto dall’ex marito – e di andare a recuperarle. In questo secondo incontro è avvenuto il delitto. A lanciare l’allarme per Daniela Coman sono stati la sorella e l’ex marito perché la donna non si era presentata a scuola per prendere il figlio. Mercoledì sera, quando i carabinieri sono andati a cercarla, hanno dovuto forzare la porta, con l’aiuto dei vigili del fuoco. Mancava l’auto di lei, una Peugeot 206 bianca. Ed è stato grazie alla targa della macchina che nella notte è stato rintracciato anche l’ex compagno, trovato nel Modenese in stato di alterazione.
Pancaldi nel lungo interrogatorio ha confessato: ha detto di aver ucciso la 48enne perché la accusava di avergli aveva fatto lasciare la precedente compagna che lo sosteneva anche economicamente. Il 45enne ha problemi di dipendenze e non lavorava. Il fermo è stato disposto dalla pm Valentina Salvi. L’uomo è in carcere a Reggio Emilia.
Le indagini hanno inoltre fatto emergere che più volte, da quando stavano insieme dal giugno 2024, Peter Pancaldi aveva minacciato e perseguitato l’ex compagna Daniela Coman. “La sorella della vittima e anche le amiche sapevano degli atti persecutori del presunto omicida. Ma purtroppo non ci sono state mai denunce che potevano essere utilizzate per accendere un faro”, ha detto il procuratore capo Paci. “L’uomo aveva più volte minacciato di aggredire persone che frequentavano la palestra della donna. E le modalità di tapparle naso e bocca l’aveva già utilizzata in passato nei suoi confronti, dicendole che prima o poi l’avrebbe uccisa così”. La vittima aveva riferito delle violenze alla sorella oltre che a qualche amica e collega di lavoro. Il procuratore Paci ha lanciato un appello: “La raccomandazione che noi operatori di giustizia facciamo a tutte le persone che si trovano a subire atti persecutori o costrette a vivere in relazioni violente o tossiche: la denuncia è fondamentale ed è necessario compiere questo passo. Il nostro ordinamento è all’avanguardia, le leggi ci sono e i sistemi di protezione anche. Invito le donne a superare la ritrosia, la vergogna e qualsiasi tipo di ostacolo. Davanti a questo tipo di relazioni c’è in gioco il bene e la vita delle persone”.