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Tajani: “Ieri l’Italia ha raggiunto il 2% del pil per la spesa in difesa e sicurezza. È solo il primo passo”

Giorgia Meloni voleva ufficializzarlo al vertice Nato in calendario per fine giugno all'Aja. Ma il ministro degli Esteri e leader di Forza Italia la precede. Probabile che siano state contabilizzate diversamene spese già sostenute
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“Ieri l’Italia ha raggiunto il 2% del pil per la spesa in difesa e sicurezza”. Giorgia Meloni voleva ufficializzarlo al vertice Nato in calendario per fine giugno all’Aja, quando gli alleati alzeranno l’asticella chiedendo di raggiungere addirittura il 5% come auspicato da Donald Trump. Ma Antonio Tajani la precede. Entrando al vertice informale dell’Alleanza atlantica ad Antalya, in Turchia, il ministro degli Esteri e leader di Forza Italia anticipa che Roma ha già inviato al segretario generale Mark Rutte “il documento” che prova il risultato.

La rapidità nel raggiungere l’obiettivo fissato ormai nel 2014 fa pensare che abbia prevalso la linea del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti: limitarsi a contabilizzare diversamente spese già sostenute, come quelle per le pensioni dei militari oggi a carico dell’Inps, quelle per la guardia costiera che fino ad oggi facevano capo al ministero dei Trasporti, la Guardia di Finanza nel bilancio del Mef. Resta da vedere se l’Alleanza si farà andar bene l’escamotage, visto che, come ricordato di recente dall’osservatorio Milex, è previsto che le spese possano includere reparti di altre forze “(ma) solo in proporzione alle forze che sono addestrate secondo tattiche militari, equipaggiate come una forza militare, in grado di operare sotto autorità militare diretta durante operazioni schierate, e realisticamente impiegabili al di fuori del territorio nazionale a supporto di una forza militare”. In passato, non a caso, il tentativo di aumentare la quantificazione della spesa con espedienti del genere è stato rispedito al mittente. L’Osservatorio ha calcolato per il 2025 una spesa militare “in chiave Nato” di poco più di 35 miliardi, 10 in meno rispetto ai 45 che rappresentano il 2% del prodotto interno lorso.

Tajani non fornisce dettagli ma si limita a parlare di “messaggio chiaro e importante per i nostri amici della Nato, così come per gli Stati Uniti: siamo pronti a fare di più per la nostra sicurezza nei prossimi anni”. E “questo è solo il primo passo“, aggiunge. “Poi sarà possibile fare di più, aumentare ulteriormente la spesa per la difesa. Preferisco però parlare di sicurezza, perché la sicurezza non è solo armi: è la protezione di ogni cittadino europeo, di ogni cittadino italiano. Per questo siamo pronti a discuterne”.

“Ora dobbiamo lavorare per rafforzare il pilastro europeo” della Nato, ribadisce il ministro degli Esteri. “Serve fare di più. Vogliamo andare in questa direzione. Serve tempo, certo, ma abbiamo bisogno di una difesa europea per garantire la sicurezza. E la sicurezza è un concetto più ampio della sola difesa, che ne è solo una parte. Per questo siamo pronti a investire di più in sicurezza: infrastrutture sociali, cybersicurezza“, nonché “protezione dal terrorismo, dagli attacchi informatici”. “Siamo pronti a proteggere i nostri cittadini, italiani ed europei. Io credo nell’Europa. Credo nella difesa europea e nell’industria aerospaziale italiana”.

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