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Spagna, nuovo ok del governo alla riduzione dell’orario di lavoro. Ma l’iter in Parlamento è incerto

Approvata la settimana da 37,5 ore per 12,5 milioni di lavoratori. In Aula però non è detto che ci siano i numeri. Diaz: "Possibile negoziare sui tempi, ma diventi legge"
Spagna, nuovo ok del governo alla riduzione dell’orario di lavoro. Ma l’iter in Parlamento è incerto
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Il Consiglio dei ministri spagnolo ha approvato la riduzione dell’orario settimanale di lavoro da 40 ore a 37,5 e ora la proposta di legge finirà davanti all’assemblea legislativa, dove non è detto che trovi pieno supporto. Si tratta della seconda approvazione dopo quella dello scorso 4 febbraio poiché il testo – concordato dal ministero del Lavoro con i sindacati CCOO e la UGT – ha subito alcune modifiche. La legge voluta dalla vicepresidente e ministra del Lavoro Yolanda Díaz, nonché al centro del patto di governo tra Psoe e Sumar, dovrebbe in teoria entrare in vigore al 31 dicembre 2025 ma, visto che non trova larga condivisione, esiste già la possibilità – avanzata proprio da Díaz – che slitti per le piccole e medie imprese.

“La nostra linea rossa è che vogliamo ridurre la giornata lavorativa a 12,5 milioni di lavoratori nel nostro Paese. Per il resto, tutto il margine di negoziazione è assolutamente possibile”, ha spiegato la seconda vice di Pedro Sanchez. Il patto governativo stabiliva che la riduzione dell’orario di lavoro sarebbe stata fissata a 38,5 ore nel 2024 e a 37,5 nel 2025. La prima scadenza non è stata rispettata e ora Psoe e Sumar aprono a un’ulteriore proroga per la seconda in alcuni casi. Un allentamento che pare necessario per avere un pieno sostegno parlamentare.

Il progetto di legge è osteggiato dai Popolari a causa del mancato supporto delle aziende e quindi diventa decisiva la posizione di Junts, gli indipendenti catalani di Carles Puigdemont, che probabilmente cercherà di “annacquare” l’attuale impostazione che è stata già definita “un attacco frontale ai lavoratori autonomi e alle piccole e medie imprese in Catalogna”. Scettici anche gli esponenti di Pnv, i nazionalisti baschi, mentre Podemos ritiene l’intervento “leggero” anche se riconosce che si tratti di un passo avanti. Ma Diaz, dopo il via libera del Consiglio dei ministri, ha insistito: “Non si torna indietro. Questa legge tocca il cuore stesso della democrazia. Il governo spagnolo ha rispettato le sue disposizioni. Ora deve parlare la sovranità popolare. Avremo l’opportunità di sapere cosa farà ogni partito politico”.

Un riferimento chiaro ai Popolari. Tra l’altro, come riporta El Pais, nel gennaio 2024 solo il 25% dei sostenitori dei Popolari si diceva contrario alla riduzione dell’orario di lavoro. “Una responsabilità è enorme”, ha detto Díaz. “Oggi è un giorno della massima importanza per il nostro Paese”, ha aggiunto la vice di Sanchez, secondo cui la riduzione dell’orario di lavoro “contribuirà a rendere le persone un po’ più felici”. Ma cosa prevede la legge licenziata dal Consiglio dei ministri? Oltre alla riduzione della giornata lavorativa è prevista la modifica della rilevazione delle ore lavorative. Sarà bandita la conservazione dei verbali di presenza cartacei che diventeranno digitali così da garantire la possibilità di accesso dell’Ispettorato. Non solo: è previsto un inasprimento delle sanzioni e viene rafforzato il diritto alla disconnessione digitale.

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