Dopo quasi un anno dall’inizio dei negoziati con le parti sociali, il Consiglio dei ministri darà oggi il via libera in Spagna al progetto di legge che riduce la settimana lavorativa dalle attuali 40 ore a 37,5 ore settimanali.
L’iniziativa legislativa, proposta dalla vicepremier con delega al Lavoro, Yolanda Diaz, leader del gruppo di sinistra Sumar, ha avuto il via libera dopo che si è raggiunto un accordo con i sindacati spagnoli, mentre le principali organizzazioni imprenditoriali del Paese si sono smarcate.
La misura è stata illustrata in una conferenza stampa da Diaz, che ha parlato di un “giorno storico“. “È una misura che migliora la vita delle persone, che migliora il lavoro e la produttività”, ha rimarcato la ministra. Oltre alla riduzione delle ore, il progetto di legge include anche un controllo più stretto sull’orario da parte dell’ispettorato del lavoro e il diritto alla disconnessione. “Nessun lavoratore dovrà rispondere a un’e-mail o a una chiamata fuori dall’orario di lavoro settimanale. La connessione permanente causa danni alla salute e stress permanente”, ha affermato Diaz, sottolineando che le misure adottate avranno un impatto positivo anche sull’assenteismo.
Il ministero del Lavoro stima che della riduzione di un’ora e mezza alla settimana dell’orario lavorativo beneficerà 12,5 milioni di lavoratori, anzitutto nei settori della ristorazione, dell’informazione e comunicazioni, seguiti dal commercio. Sono i settori che attualmente registrano le giornata lavorative più lunghe, con una media rispettivamente di 39,4 ore, di 39,3 e di 39,1 ore settimanali.
I rappresentanti dei datori di lavoro spagnoli rifiutano la riduzione dell’orario di lavoro e contano di fare pressione sui partiti per modificare la legge quando inizierà l’iter parlamentare. Lo hanno dichiarato martedì il presidente dell’associazione datoriale CEOE, Antonio Garamendi, e il presidente dell’Associazione dei lavoratori autonomi (Ata) Lorenzo Amor, il quale ha ricordato che la Confindustria spagnola avrebbe voluto negoziare una riduzione dell’orario di lavoro, ma progressiva e in via bilateralmente con i sindacati e in un periodo di tre o cinque anni. Dopo 11 mesi di negoziati impantanati, però, alla fine il ministero di Diaz e i sindacati hanno deciso di andare avanti a presentare la legge senza stringere un accordo con le associazioni imprenditoriali.
Dopo il via libera dal parte del governo, il testo andrà al Congresso dei deputati, dove i gruppi parlamentari potranno introdurre emendamenti prima dell’approvazione definitiva. La ministra Diaz stima che la legge verrà pubblicata sulla Gazzetta ufficiale prima dell’estate, perché i nuovi contratti collettivi possano essere firmati entro la fine dell’anno. Parallelamente, il governo intende anche aumentare il salario minimo a 1184 euro al mese.