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Le parole dei leader politici per Papa Francesco suonano falsissime: ai funerali sarà una fiera dell’ipocrisia

Se su cento cose ne ha dette ottanta giuste, ha vinto per distacco enorme nei confronti dei principali leader politici e dei loro vassalli
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Una delle cose che più mi ha impressionato nei giorni successivi alla morte di papa Bergoglio è stata la voglia di sentirsi appartenenti alle sue parole da parte di persone e gruppi laici, agnostici, atei. Il motivo è semplice: Francesco ha usato parole del mondo, non solo della chiesa.

Da papa venuto dal Sud del mondo, ha parlato delle persone escluse, povere, estromesse dal lavoro e da prestazioni fondamentali come quelle sanitarie. Ha rivendicato dignità e diritti per le persone in carcere. Ha preso le parti delle persone che subiscono l’impatto spaventoso delle guerre: vi muoiono o ne fuggono, diventando migranti, richiedenti asilo e rifugiate. Ha denunciato l’irresponsabilità e il cinismo di chi vende armi, prosperando su quelle guerre. Dalla Striscia di Gaza all’ultimo dei conflitti dimenticati, non ha dimenticato niente e nessuno. Ha chiesto pace, ha detto no alla guerra. Ha aborrito gli ossimori.

Non dimentico, certo, le parole contro gli omosessuali, contro i medici che praticano l’aborto e ovviamente contro le donne che cercano di esercitare quel diritto, il suo cadere nella trappola della inesistente “ideologia gender”.

Ma, di fronte ai doppi standard, al cinismo, all’arroganza dei principali leader politici e dei loro vassalli, di fronte allo scempio che questi hanno fatto e stanno facendo della protezione internazionale dei diritti umani, del multilateralismo e della giustizia sovranazionale, Francesco ha fatto una figura da gigante. Se su cento cose ne ha dette ottanta giuste, ha vinto per distacco enorme nei confronti di chi a malapena di giuste ne ha dette sì e no dieci, a essere ottimisti.

Per questo, le parole di cordoglio e di compianto di tanti leader politici oggi suonano falsissime: sono le parole di coloro che si barcamenano tra paci ingiuste e guerre giuste, che cercano di scaricare esseri umani lungo le sponde sud ed est del Mediterraneo o nelle carceri centramericane, che danno priorità al riarmo anziché a salute, scuola e lavoro, che plaudono per un mandato d’arresto internazionale ed esprimono disapprovazione per un altro.

Alla fine verranno tutti a Roma, sabato. Sarà una convention di coccodrilli. Una fiera dell’ipocrisia.

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