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Maltrattamenti su persone con disabilità: otto educatori interdetti a Milano per “urla, minacce e atti violenti”

L’indagine dei carabinieri è nata dalla denuncia di un’ex dipendente. Gli episodi sarebbero iniziati nel dicembre 2023 fino all’ottobre 2024. Gli ospiti vessati sono una decina
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Un’ordinanza di divieto di esercizio di attività di educatore professionale è stata emessa nei confronti di otto persone che lavoravano in un centro diurno per persone con disabilità a Milano. Tra i colpiti dal provvedimento tre operatrici donne e due responsabili del centro. L’indagine dei carabinieri della stazione Vigentina è nata dalla denuncia di un’ex dipendente che ha riferito di maltrattamenti ai danni degli ospiti: trattamenti denigratori e violenti come isolamenti punitivi, urla e minacce. Gli episodi sarebbero iniziati nel dicembre 2023 fino all’ottobre 2024. Gli ospiti vessati sono una decina.

Queste alcune delle espressioni che sono accusati aver utilizzato: “Al manicomio bisogna mandarvi”, “‘sei nauseante”, “sei down”, “sei pazzo”, “sei matto”. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, le persone con disabilità venivano percossi senza ragione e messi in punizione, rimanendo da soli in corridoio o in un angolo della stanza, mentre gli operatori passavano il loro tempo al cellulare senza dedicarsi agli assistiti che, in qualche occasione, avevano bisogno di essere lavati. In questo modo gli ospiti si trovavano in condizioni di vita “penose”.
Tra gli indagati anche i responsabili del centro e il legale rappresentante che, per l’accusa, “pur avendone le possibilità ed essendone obbligati, non si adoperavano per impedire che gli utenti del centro diurno fossero sottoposti a condotte mortificanti e prevaricatrici”.

Fish ha fatto sapere che “apprende con sdegno e profonda preoccupazione le notizie che giungono da Milano. I fatti, che si sarebbero protratti per mesi, raccontano di urla, minacce, punizioni e isolamento, in un contesto in cui le persone più fragili avrebbero dovuto trovare accoglienza, cura e rispetto. Non è la prima volta che Fish interviene pubblicamente per denunciare episodi di questo tipo. Solo pochi mesi fa, in occasione di un altro caso di violenze in una struttura assistenziale, avevamo sottolineato l’urgenza di un sistema di controlli più efficace, ma soprattutto la necessità di un profondo ripensamento culturale del modo in cui si guarda alla disabilità”.

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