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Il riarmo ha senso solo con un esercito comune: riarmare i singoli Stati sarebbe pericoloso

Il ragionamento politico e il pensiero critico non servono più. Oggi conta solo la prospettiva economica di breve termine e il riarmo sembra uno scenario promettente
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di Michele Sanfilippo

Qualche sera fa ad “8 e mezzo” Cingolani, l’amministratore delegato di Leonardo che, tra le altre cose, produce armi, ha potuto esporre il suo punto di vista sul piano di riarmo europeo senza un minimo di contraddittorio (cosa che ad onor del vero accade raramente), dato che tutti gli ospiti (Gruber compresa) la pensavano allo stesso modo. Ha parlato quindi con grande libertà (forse troppa) lasciando trasparire tutto il suo pensiero, anche quello più recondito.

Alla domanda della conduttrice se il piano fosse un piano politico o industriale, l’ex ministro di Draghi alla transizione energetica ha risposto, con grande candore, che sì, si tratta di un piano che inizialmente non può che essere industriale. Quando poi gli è stato chiesto se i soldi spesi in armi sarebbero stati sottratti al welfare, ha risposto che, quando c’è un’emergenza, come il tetto che fa acqua – parole sue – allora si deve spendere meno per mangiare e riparare il tetto (chissà se Grillo pensa ancora che Cingolani sia un vero grillino).

Tanta franchezza ha forse la conduttrice che, probabilmente, si aspettava almeno un accenno alla possibilità della creazione di un esercito europeo, fatto che evidentemente a Cingolani non poteva interessare di meno, e, per soccorrerlo un minimo, ha affermato che in ragione dell’urgenza (postulata dal solo Cingolani) da qualcosa bisognava pur cominciare.

Eppure, sempre ad “8 e mezzo”, la sera precedente, Cacciari, con la consueta pacatezza, aveva sommessamente fatto notare che questo progetto di spesa per il riarmo avrebbe potuto avere un senso solo se in presenza di un esercito comune, altrimenti sarebbe pericolosissimo perché a riarmarsi saranno i singoli stati nazionali, Germania e Francia in primis che, stando all’attuale tendenza politica, potrebbero essere presto governate dalle destre. Ma le sue argomentazioni sono state bellamente ignorate perché ormai è così: il ragionamento politico e il pensiero critico non servono più. Oggi conta solo la prospettiva economica di breve termine e il riarmo sembra uno scenario promettente.

La stessa Europa Unita, del resto, è stata edificata per onorare il dio mercato e nella sua vita ha fatto ben poco per prepararsi a fronteggiare momenti difficili come questo, in cui tutto l’ordine politico mondiale è messo in discussione da Trump che si è allineato sulle posizioni di Putin.

A me sembra che questo piano di riarmo sia caldeggiato soprattutto da politici in grossa difficoltà interna, a partire da Macron, che in esso sperano di trovare impulso per una crescita economica che possa ridare ossigeno alla loro posizione politica. Purtroppo la classe dirigente europea attuale, ancora più misera di quella precedente (che non ha saputo prevenire lo strapotere delle grandi concentrazioni di potere economico che hanno precarizzato il lavoro e non ha saputo predisporre strumenti di redistribuzione della ricchezza), non è in grado neppure di parlare di una visione di società con progetto politico degno di questo nome e ancora una volta si affida alla speranza che il mercato possa dare ancora qualche mese di sopravvivenza, incurante delle probabili terribili conseguenze.

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