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“Ragazzi, non credete a chi vi denigra, ribellatevi. I dazi di Trump? Non mi preoccupano”: a Brunello Cucinelli il Dottorato honoris causa in Architettura

Il celebre imprenditore umbro ha ricevuto il dottorato honoris causa dall'Università della Campania, che riconosce la sua visione etica e il suo impegno per un futuro più sostenibile. La cerimonia si è tenuta giovedì 3 aprile a Caserta, alla presenza del ministro dell’Università e della Ricerca

di Ilaria Mauri
“Ragazzi, non credete a chi vi denigra, ribellatevi. I dazi di Trump? Non mi preoccupano”: a Brunello Cucinelli il Dottorato honoris causa in Architettura

“Ragazzi, non credete a chi vi denigra. Sapete che cosa diceva Boccaccio nel 1350? ‘Questi nostri giovani amano il lusso, burlano le autorità, non saranno capaci di mantenere la nostra cultura…’. Ribellatevi, sapendo che è in arrivo un ‘tempus novum’, un nuovo tempo, dove già si intravvede il germoglio di una umanistica rivoluzione”. Con questo vibrante appello alle nuove generazioni, Brunello Cucinelli ha acceso l’aula magna dell’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli, in occasione del conferimento del dottorato di ricerca honoris causa in Architettura da parte del nuovo dipartimento “Design per il Made in Italy: identità, innovazione e sostenibilità”. Un riconoscimento che celebra non solo il suo successo imprenditoriale, ma anche la sua visione etica e il suo impegno per un futuro più umano.

La cerimonia si è tenuta giovedì 3 aprile a Caserta, alla presenza del ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ma anche di un gruppo di amici, collaboratori e giornalisti chiamati a condividere l’emozione di questo importante titolo, il terzo ad honoris per Cucinelli. Un momento di grande emozione per l’imprenditore umbro, che ha accolto il prestigioso riconoscimento con la stessa lungimiranza con cui affronta le sfide del mercato (“Non sono preoccupato per i dazi di Trump. Se perdiamo tempo a parlare di cosa non ci piace lo sottraiamo alla creatività”, la sua risposta alle insistenti domande dei cronisti presenti), ha trasformato la cerimonia in una stimolante lectio magistralis, un’ode alla bellezza, alla cultura e al ruolo centrale dei giovani nel plasmare il domani.

Il dottorato honoris causa è stato conferito a Cucinelli per le sue “abilità imprenditoriali ed il suo indubbio valore umano e spirituale“, come ha sottolineato il rettore Gianfranco Nicoletti. “Il conferimento ha una doppia valenza”, ha spiegato Nicoletti: “da un lato è l’attribuzione di un importante titolo per chi come lui ha portato ai più alti livelli il made in Italy, quale perfetto ambasciatore dell’eleganza italiana come sintesi di cultura e tradizione, nonché imprenditore illuminato e sensibile e dalle eccezionali capacità di innovazione. Ma dall’altro, Cucinelli è anche il portatore di messaggi di grande valore soprattutto per i nostri giovani universitari: è possibile creare un’impresa che rispetti l’essere umano in quanto tale. È fattibile, come afferma egli stesso, una forma di capitalismo umanistico, contemporaneo ma con forti radici antiche, dove il profitto non rechi offesa ad alcuno, ma venga utilizzato anche per migliorare significativamente la condizione umana attraverso la creazione di servizi e luoghi di rilevanza culturale, che siano fautori di promozione umana e sociale”. Il rettore ha poi sottolineato “i suoi forti ideali, divenuti vettori di bellezza e crescita”. Per Nicoletti, “il valore dell’avventura imprenditoriale di Cucinelli va trovato sul piano sociale, dove ha compiuta applicazione pratica”, in un’ottica di “nuovo umanesimo e umana sostenibilità”.

Circondato dall’affetto della sua famiglia (la moglie Federica e le figlie con i nipoti erano presenti in prima fila), Cucinelli ha tenuto una lectio magistralis dal titolo “Il Genius loci”, in cui ha ripercorso le origini della sua visione imprenditoriale, profondamente radicata nel suo passato contadino e nel rispetto per l’armonia del creato: “Sono partito dalla terra, la mia era una famiglia di contadini. La campagna era casa mia. La mia condizione di nascita si lega profondamente alla natura, dalla quale ho appreso le leggi del creato e il linguaggio del Genius loci. Ho imparato il rapporto fra pianeta, arte e bellezza e quel vivere secondo natura tanto amato dai miei stimati maestri”. Cucinelli ha citato le sue fonti di ispirazione, dai classici greci e romani a figure spirituali come San Francesco e San Benedetto, simboli di “lavoro solido, utile, benevolo nei confronti del creato e delle sue creature”. La sua missione è chiara: “Io voglio lavorare per la dignità morale ed economica dell’essere umano”, un’etica che si riflette nella sua impresa a Solomeo, “il borgo del cashmere e dell’armonia”, un progetto culturale che celebra la vita e l’umanità.

“Lavoriamo e viviamo in questo piccolo borgo trecentesco che negli anni abbiamo restaurato e edificato. Abbiamo costruito un Teatro, tempio laico dell’arte, ispirato dall’Olimpico di Vicenza, il più bel teatro al mondo e il meraviglioso Teatro di Sabbioneta”, ha raccontato, definendo la sua azienda come un’opera architettonica: “Vitruvio diceva che ogni cosa deve essere solida, utile e bella e io aggiungo anche aggraziata. A questo paradigma mi sono ispirato sentendomi un poco ‘architetto dell’impresa’, per aver conferito le qualità peculiari suggerite dal grande architetto e trattatista augusteo”. L’imprenditore umbro ha inoltre invitato i giovani a diventare custodi del Creato e a vivere secondo principi di bellezza, speranza e amore per l’umanità esortandoli ad affrontare le sfide future, come l’intelligenza artificiale, con spirito aperto e un cuore umano, ribadendo che “i giovani sono uomini di qualità” e devono ritrovare i grandi valori della famiglia, della politica, della religione e della spiritualità. Per Cucinelli, i giovani sono i precursori di una nuova rivoluzione umanistica, che darà vita a un ”tempus novum”.

Quindi ha espresso la sua preoccupazione per le dinamiche sociali contemporanee: “Vedo persone che dicono cose così violente, con modi tanto aspri, senza rispetto per la cultura, la dignità, la povertà, vedo tanta solitudine, tanta durezza amplificata dal linguaggio dei social, come una sorta di Babele senza più garbo, senza gentilezza. Tutto questo necessariamente innescherà una rinascita rivoluzionaria, spirituale, un risveglio che dobbiamo fare con la parola, ripartendo dai grandi valori. Nell’ultimo trentennio abbiamo pensato di governare l’umanità con la scienza, ora abbiamo capito che ci vuole scienza e anima”.

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