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Ddl sicurezza, stop in Senato: errori sulle coperture economiche, la legge torna alla Camera. Opposizioni: “Destra pasticciona”

L’allarme è arrivato dalla Ragioneria generale, che nella sua relazione tecnica ha evidenziato la necessità di aggiornare i fondi per garantire le risorse
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Nuovo stop per il disegno di legge Sicurezza: il provvedimento, già approvato dalla Camera e ora all’esame del Senato, dovrà tornare indietro per una terza lettura, perché la commissione Bilancio ha rilevato problemi sulle coperture finanziarie di sei articoli, con stanziamenti previsti a partire dal 2024, ma che invece dovranno decorrere direttamente dal 2025, visto la non approvazione nel 2024. Un errore che costringerà a una nuova modifica del testo, rallentando ulteriormente l’iter di approvazione.

L’allarme è arrivato dalla Ragioneria generale dello Stato, che nella sua relazione tecnica ha evidenziato la necessità di aggiornare i fondi per garantire che le risorse siano realmente disponibili nei prossimi anni. Tra le voci da correggere, i finanziamenti per i benefici ai superstiti delle vittime della criminalità organizzata (articolo 5), il piano di assunzioni per la polizia locale nelle città metropolitane siciliane (articolo 17) e l’acquisto di videocamere per le forze dell’ordine (articolo 21), che ora avranno coperture fino al 2027 anziché al 2026. Su quest’ultimo punto, la Ragioneria ha chiesto al governo di fornire chiarimenti sugli effetti della spesa “in conto capitale”, sollecitando dettagli su fabbisogno e indebitamento netto. Il parere della commissione Bilancio si è soffermato anche sulla tutela legale per il personale delle forze di polizia e dei vigili del fuoco (articolo 22), che sarà garantita con un fondo fino a 10mila euro per le spese legali, con stanziamenti aggiornati fino al 2026. Stessa revisione anche per la tutela legale del personale delle forze armate (articolo 23) e per il finanziamento dell’apprendistato professionalizzante (articolo 36). Nessun aggravio di spesa, invece, per la gestione dell’albo di esperti anti-racket e anti-usura (articolo 33), che sarà gestito con risorse già disponibili.

Il nuovo passaggio alla Camera ha subito scatenato reazioni politiche, con l’opposizione che parla di un clamoroso errore della maggioranza. “Siamo di fronte a una destra pasticciona che non sa nemmeno fare i conti e si è dimenticata di garantire le coperture future. Per fortuna c’è il Parlamento. Grazie alla determinazione del Pd e delle altre forze di opposizione, il Ddl sicurezza tornerà alla Camera per una terza lettura”, ha dichiarato Andrea Giorgis, capogruppo dem in Commissione Affari Costituzionali del Senato. “La maggioranza si fermi, riapra la discussione, ascolti i tanti rilievi critici emersi in commissione, stralci l’art 31 che potenzia in maniera del tutto irragionevole e preoccupante i poteri dei servizi di sicurezza; insomma abbandoni la prospettiva panpenalistica e demagogica, e provi ad affrontare una questione importante come è quella della sicurezza, in modo serio”. Dello stesso avviso Peppe De Cristofaro, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra e presidente del gruppo Misto di Palazzo Madama: “Erano talmente convinti di approvare questa legge liberticida entro il 2024 che non avevano previsto il finanziamento per gli anni successivi. Ma non hanno fatto i conti con il Parlamento. Grazie alla nostra battaglia in commissione, l’approvazione è slittata e ora il ddl deve essere modificato”. Ancora più dura la reazione del Movimento 5 Stelle. Le capogruppo nelle commissioni Affari Costituzionali e Giustizia, Alessandra Maiorino e Ada Lopreiato, non hanno risparmiato attacchi al governo: “Il Ddl Sicurezza era già un inquietante progetto repressivo, ma oggi si è dimostrato anche un testo improvvisato, redatto da incompetenti. La Ragioneria dello Stato e persino la maggioranza in commissione Bilancio hanno dovuto ammettere l’errore. Questo governo sta portando l’Italia allo sbando”.

Dalla maggioranza, invece, si minimizza. Il relatore del ddl, Marco Lisei di Fratelli d’Italia, ha spiegato ai cronisti che il ritorno alla Camera era inevitabile per via di “ritocchi tecnici” al testo, garantendo che l’obiettivo resta approvare il provvedimento nel minor tempo possibile. E a chi chiedeva se a questo punto ci saranno ulteriori modifiche e della posizione di FdI in passato in questo senso, Lisei ha spiegato “Noi siamo aperti a un provvedimento fatto bene, che non abbia problematiche successive”, ha detto. “L’importante è che vada in Gazzetta Ufficiale il prima possibile”. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, stamattina ad Agora aveva assicurato che il testo recepisce “buona parte” delle osservazioni del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e che gli eventuali interventi in Aula saranno “chirurgici”. “Si tratta di piccoli ritocchi che non mettono in discussione l’impianto di un provvedimento molto atteso”. Anche il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri di Forza Italia ha ribadito che si tratta solo di un aggiustamento necessario, aggiungendo che “non ci saranno stravolgimenti” e che il provvedimento è comunque destinato a essere approvato rapidamente. Il capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo, ha sottolineato come dal punto di vista della Lega il disegno deve essere modificato solo nelle coperture finanziarie: ” Dal nostro punto di vista deve passare così com’è e gli emendamenti si possono fare solo rilievi finanziari. Per noi della Lega si va avanti su questa strada. Poi vediamo il governo che intenzioni ha”. L’esame del ddl Sicurezza in Aula al Senato è atteso per inizio aprile, ma con il ritorno alla Camera i tempi si allungano ulteriormente. Se il testo subirà ulteriori modifiche in Aula, sarà necessario un ulteriore passaggio parlamentare prima dell’approvazione definitiva. La maggioranza punta a chiudere la partita prima dell’estate, ma l’opposizione promette battaglia con una valanga di emendamenti.

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