Il mondo FQ

I sanitari hanno enormi responsabilità: andrebbe insegnato il rispetto per loro fin dalle scuole

Commenti

di Enza Plotino

Con l’affermarsi di un sistema di valori di una destra conservatrice (quando va bene), o autoritaria (quando va male), che mette al centro l’individualismo, la protezione dei ricchi, l’avversione per il progresso, la famiglia tradizionale, il populismo, tutto ciò che di buono è stato il ‘900 lo abbiamo disintegrato. Quella democrazia del benessere, delle migliori qualità del vivere collettivo, di un sistema di responsabilità e di consapevolezze che vedevano nel rispetto dell’altro un faro, la rotta per guidare la propria e l’altrui vita, sono solo un ricordo nostalgico di noi adulti che siamo stati incapaci di proteggere e difendere quel sistema democratico.

C’è un ambiente in cui è più evidente il cambiamento storico del sistema. La sanità pubblica, quella che “non” si paga, è diventata la matrigna della comunità e gli operatori sanitari che lavorano nel pubblico dei reietti. E’ come se la gente volesse far pagare, soprattutto a medici e infermieri, l’inferno vissuto con il Covid, la paura di quel tempo, l’aver dovuto mettere completamente nelle mani degli operatori sanitari le proprie vite.

Nei pronto soccorso degli ospedali grandi e piccoli ci sono guardie giurate a proteggere gli operatori da aggressioni verbali e fisiche, sui social si disquisisce di malattie e cure come fossimo tutti laureati in medicina, si obietta su diagnosi, si contestano terapie. Una tale inconsapevolezza della propria e dell’altrui competenza, un tale sprezzo per il lavoro, una tale mancanza di empatia, ci interroga tutti.

Quando abbiamo smesso di pensare che il peso emotivo che grava sui medici è enorme? Quando abbiamo iniziato a sottovalutare la grande responsabilità che ogni operatore sanitario sente quando deve gestire il dolore e la sofferenza altrui e il segno che lascia nel profondo dell’animo? In quale punto della nostra vita abbiamo smarrito la consapevolezza di quanto il benessere psicologico dei medici influisca sulla qualità delle cure? Oggi è così.

Soprattutto i medici (quei signori che entravano nelle nostre case quando eravamo piccoli e si interessavano ad ogni aspetto della nostra vita e delle nostre abitudini, anche alimentari) non sono più invulnerabili e il loro lavoro è precipitato in fondo alla classifica dei mestieri più qualificanti. Con la conseguenza di livelli altissimi di burnout tra i professionisti sanitari, una realtà diffusissima aggravata dai turni massacranti e dalla pressione emotiva. Il cinismo dilagante coincide, guarda caso, con l’affermarsi di una destra nel Paese che ha strizzato l’occhio ai no vax, ammiccato agli evasori, sdoganato i truffatori e che considera gli operatori sanitari dei numeri e gli investimenti nella sanità pubblica un balzello inutile. Ebbene, per noi che non ci stiamo a questa deriva populista vale l’assunto: più educazione, più consapevolezza e più umanità.

A questo riguardo, un caro amico, Vincenzo Bifulco, primario della Radiologia e Direttore del Dipartimento Media Intensità di cura dell’Ospedale di Olbia, un medico che vive nella quotidianità il peso emotivo di scelte e responsabilità difficili, mi ha parlato di un aspetto che, devo confessare, non mi era ben presente fino a che non me ne ha parlato: quanto sarebbe importante investire nell’educazione e nelle scuole per ricreare una cultura di maggior rispetto e consapevolezza, mettendo in contatto diretto gli studenti con il personale medico, gli infermieri e tutti gli operatori sanitari.

Un programma scolastico per raccontare la realtà del loro lavoro e portare i ragazzi a visitare gli ospedali, assistere a simulazioni e comprendere meglio il sacrificio, l’impegno e il peso emotivo, rimettendo in gioco il valore del rispetto e della gratitudine verso chi cura. E’ un vero e proprio progetto di resilienza che passa attraverso l’educazione scolastica e vuole cambiare di verso, si direbbe oggi, la narrazione del valore del personale sanitario e nel contempo provare a favorire un cambiamento culturale basato su dignità e rispetto.

Il blog Sostenitore ospita i post scritti dai lettori che hanno deciso di contribuire alla crescita de ilfattoquotidiano.it, sottoscrivendo l’offerta Sostenitore e diventando così parte attiva della nostra community. Tra i post inviati, Peter Gomez e la redazione selezioneranno e pubblicheranno quelli più interessanti. Questo blog nasce da un’idea dei lettori, continuate a renderlo il vostro spazio. Diventare Sostenitore significa anche metterci la faccia, la firma o l’impegno: aderisci alle nostre campagne, pensate perché tu abbia un ruolo attivo! Se vuoi partecipare, al prezzo di “un cappuccino alla settimana” potrai anche seguire in diretta streaming la riunione di redazione del giovedì – mandandoci in tempo reale suggerimenti, notizie e idee – e accedere al Forum riservato dove discutere e interagire con la redazione. Scopri tutti i vantaggi!
Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione