Il colpo d’occhio è impressionante. Sembra che Benjamin Netanyahu, primo ministro israeliano si sia confuso tra i visitatori dei EOS, “European Outdoor Show. Caccia, tiro sportivo, pesca, nautica, outdoor”, la fiera che presenta le offerte delle aziende produttrici di armi per la caccia e lo sport. In realtà si tratta delle principali industrie di armi e munizioni a scopo bellico, con fatturati enormi in tutto il mondo. Alcune decine di manifestanti sono entrati nei padiglioni della Fiera di Verona, indossando sul viso l’effige di Netanyahu e del presidente americano Donald Trump, esibendo manifesti con sagome del tiro a segno puntate sui corpi e sui visi di palestinesi di Gaza. La contestazione fa parte della manifestazione organizzata da una ventina di associazioni che chiedono di fermare la mostra delle armi, espressione del business della guerra. Le foto scattate all’interno dimostrano, poi, come non vi sia nessun controllo sull’accesso dei minorenni, che imbracciano tranquillamente un fucile e che in molti casi vengono accompagnati anche da genitori.

“È inaccettabile e scandaloso che nell’attuale contesto nazionale e internazionale si possa tenere una fiera del genere a cui partecipano, direttamente o indirettamente, le più importanti aziende produttrici di strumenti di morte per gli eserciti, le polizie e gli apparati di sicurezza di tutto il mondo” denunciano i contestatori. Jessica Cugini, capogruppo di Sinistra in Comune, attacca: “Il Comune è socio della Fiera, deve vietare Eos”. Al contrario, Flavio Tosi, eurodeputato di Forza Italia, dice: “Non c’è da mostrar vanto per l’esclusione degli espositori israeliani: è una censura sbagliata e inquietante”.

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