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Sciopero dei mezzi venerdì 14 febbraio a Milano – Metro, autobus e tram a rischio. La nota del sindacato

L'azienda di Foro Buonaparte non ha ancora comunicato le fasce orarie di garanzia, ovvero i momenti in cui i mezzi dovrebbero circolare regolarmente per consentire alle persone di pianificare la propria giornata
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Confermato lo sciopero dei mezzi per venerdì 14 febbraio. I dipendenti di Atm incroceranno le braccia per un’intera giornata e sono previsti disagi per i viaggiatori e i pendolari. La protesta è stata annunciata dal sindacato Cobas, che ha diffuso una nota. Lo sciopero interesserà esclusivamente la città di Milano. Pertanto, metro, autobus e tram di Atm saranno a rischio. L’azienda di Foro Buonaparte non ha ancora comunicato le fasce orarie di garanzia, ovvero i momenti in cui i mezzi dovrebbero circolare regolarmente per consentire alle persone di pianificare la propria giornata. Solitamente, i mezzi Atm sono garantiti dall’inizio del servizio fino alle 8.45 e dalle 15 alle 18.

Al centro delle richieste dei lavoratori ci sono gli aumenti salariali in relazione alla perdita di potere d’acquisto. “Dove è finita la promessa di un incremento del 18% della retribuzione dei tranvieri?” chiedono i Cobas nella nota che annuncia lo sciopero. “Nemmeno l’ultimo episodio di violenza ai danni dei colleghi del deposito Messina riesce a smuovere le coscienze di chi ci governa”. Secondo il sindacato, i dipendenti di Atm e i cittadini milanesi stanno pagando il prezzo di una “gestione inadeguata del trasporto pubblico locale” e di una “vertenza aziendale che si protrae da oltre due anni. Se non si aumentano gli stipendi, pochi saranno disposti a svolgere il lavoro di conducente e continuerà inesorabile l’emorragia di tranvieri che con queste retribuzioni non riescono a vivere”.

L’accordo preliminare siglato da governo, Cisl, Cgil, Uil Faisa e Ugl “non affronta nemmeno parzialmente la perdita di potere d’acquisto dei salari”, spiegano. E “ammesso che si trovino le risorse economiche (ad oggi il Governo non le ha allocate), l’aumento medio sarebbe pari a zero per il 2024, 40 euro netti per marzo 2025 e 26,70 euro netti, 66,70 euro netti da agosto 2026, a contratto praticamente scaduto e con l’incognita del reperimento delle risorse”. “Con un’inflazione che supera il 16%, i lavoratori non si accorgeranno nemmeno di aver rinnovato il contratto e nelle tasche dei giovani e meno giovani al parametro 140 andrà ancora peggio”, prosegue Al Cobas. “Abbiamo perso ben due terzi del nostro potere d’acquisto, continuando a lavorare nelle attuali pessime condizioni, e tutto questo sta aumentando ulteriormente il malessere tra i lavoratori”.

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