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“Maranza di tutto il mondo, unitevi!”, la giornalista Rossella Ivone cacciata dalla presentazione del libro

All’entrata alcuni membri del circolo monzese dove si teneva la serata hanno invitato la Ivone ad entrare ma a titolo personale e senza telecamera, mentre più avanti all’interno altri membri hanno spiegato che “non vogliono la mediazione dei giornalisti"

di Davide Turrini
“Maranza di tutto il mondo, unitevi!”, la giornalista Rossella Ivone cacciata dalla presentazione del libro

Cacciati perché non graditi”. In un servizio andato in onda su TGcom24, la giornalista Rossella Ivone ha mostrato che alla presentazione del libro Maranza di tutto il mondo, unitevi! (DeriveApprodi) tenutasi venerdì 17 gennaio in un circolo di Monza in viale Libertà, i giornalisti non fossero affatto graditi. All’entrata alcuni membri del circolo hanno invitato la Ivone ad entrare ma a titolo personale e senza telecamera, mentre più avanti all’interno altri membri hanno spiegato che “non vogliono la mediazione dei giornalisti a queste presentazioni”.

Il circolo in questione, Foa-Boccaccio, come spiega l’autrice del servizio, “è stato fondato da Ilaria Salis nel 2003”. Nel servizio con la classica telecamera accesa ma puntata a terra si sentono persone del collettivo che ha organizzato la serata mentre intimano alla giornalista di “levarsi di torno”. Il libro è stato scritto dall’attivista algerina Huria Bouteldja e seguendo la quarta di copertina sembra come suggerire una sorta di nuova alleanza tra classi povere, oggi separate e inconsapevoli del loro sfruttamento, per “sconfiggere l’estrema destra”. L’alleanza ipotizzata, è scritto sul libro, è quella tra “i barbari delle metropoli postcoloniali e i bifolchi del lavoro povero in Europa, le seconde generazioni razzializzate e gli unerdog colpiti dalla crisi”.

Insomma un appello alla liberazione dei cosiddetti, in Italia, “maranza”, perché in francese, come da titolo originale, vengono chiamati semplicemente “Beauf et Barbares” (bifolchi e barbari). Pur non avendo ancora letto il volume, sembra che la traiettoria politica esposta sia quella di far riemergere a sinistra una lotta di classe compatta al di là di differenze insormontabili, come ad esempio quella religiosa (le nuove generazioni post coloniali sono principalmente islamiche ndr); lotta politica sostanzialmente divisa in due negli ultimi decenni con i bifolchi a votare i partiti di destra e i barbari fondamentalmente poco interessati al voto elettorale.

Sul sito mbnews, infine, in un articolo dove si descrive la serata di venerdì 17 gennaio al circolo monzese viene gettata acqua sul fuoco rispetto alla presunta cacciata della giornalista, spiegando che invece la discussione è stata pacata e affatto violenta. “Quello che è accaduto ha stupito chi scrive e firma questo pezzo: 200 ragazzi intorno ad un cerchio impegnati a dibattere su cosa voglia dire far parte degli ultimi e dei penultimi, su cosa voglia dire avere la pelle “non bianca” (è l’espressione usata da uno dei relatori, ndr), su chi sente che l’Italia non ha fatto i conti con la storia o che ignora che ci siano problemi legati al razzismo, alla misoginia, all’inclusione. Un dibattito serio, inclusivo (anche verso la sottoscritta, invitata a rimanere ma “senza foto e video”), diremmo colto, soprattutto attuale che forse è stato demonizzato senza neanche conoscerlo. O peggio, senza avere la curiosità di conoscerlo”.

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