Non solo gas, ora anche il petrolio torna a farsi sentire. Il Brent (greggio estratto nel mare del Nord che fa da riferimento per il mercato europeo) ha superato la soglia degli 80 dollari al barile, con un rialzo di oltre il 4%, riportandosi su quotazioni che non si vedevano dallo scorso ottobre. Ad inizio anno gli scambi venivano chiusi a 76 dollari. A New York, il Wti sale di quasi il 5% a 77,5 dollari.

A spingere le quotazioni sono le nuove sanzioni statunitensi contro la Russia, con conseguente calo dell’export del terzo paese produttore al mondo. In particolare, un rapporto secondo cui le raffinerie indiane, grandi beneficiarie della nuove rotte del petrolio russo, si stanno preparando a questo nuovo scenario, aveva suscitato le reazioni degli investitori già prima dell’annuncio ufficiale delle misure.

Nel mirino c’è la “flotta ombra” di petroliere che sfugge alle attuali sanzioni e che ha sinora consentito a Mosca di vendere quantità di greggio non troppo differenti da quelle precedenti l’inizio delle ostilità in Ucraina. Potrebbe trattarsi di un “colpo di coda” nel contrasto al Cremlino da parte dell’amministrazione Biden.

“Questo è il momento giusto per agire”, ha detto un funzionario dell’amministrazione americana. Nel mirino finiscono Gazprom Neft e Surgutneftegas, ma anche 180 navi e decine di trader di petrolio, assicurazioni e funzionari dell’energia russi. “Alcuni lasciano un’impronta nella Storia, altri lasciano semplicemente sporco sul pavimento“, così la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha commentato le sanzioni.

Gazprom Neft ha detto di considerare le misure “ingiustificate, illegittime e contrarie ai principi della libera competizione”, ma ha assicurato che “continuerà a lavorare preservando la stabilità delle sue attività”, perché già da due anni si preparava a questa decisione.

Sul fronte del gas la situazione è relativamente tranquilla, di più dei giorni scorsi. Ad Amsterdam la quotazione è di 45 euro al megawattora dopo che, la settimana scorsa, erano stati superati i 50 euro. Il maggior ricorso al gnl (gas liquefatto trasportato via nave) fa si che l’Europa sia maggiormente esposta agli alti e bassi del mercato globale (i flussi dei gasdotti russi erano invece in un certo senso “isolati” da quanto accadeva altrove). L’ondata di clima mite che ha interessato l’Asia in questi giorni ha avuto così ricadute positive anche da noi.

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