Ci sono le note dei Dire Straits a fare da colonna sonora alle avventure di Stella Albano, studentessa di giornalismo all’Università di Trento. È questa giovane degli anni ’80 la protagonista del romanzo d’esordio di Sebastiano Ardita, noto magistrato antimafia. Il libro s’intitola Il coraggio del male, è edito da Bonfirraro e uscirà nelle librerie il prossimo 15 novembre.
Siciliano, in magistratura dal 1991, Ardita ha firmato in passato numerosi saggi: Ricatto allo Stato (Sperling&kupfer, 2011), Catania bene (Mondadori, 2015) Giustizialisti (Paperfirst, 2017), Cosa Nostra SpA (Paperfirst, 2020). Al di sopra della legge (Solferino, 2022). Procuratore aggiunto a Catania, in passato il pm ha ricoperto lo stesso incarico a Messina, è stato consigliere togato del Csm e per dieci anni direttore generale del trattamento detenuti del Dipartimento amministrazione penitenziaria.
Ed è anche il mondo carcerario a fare da sfondo alla storia di Stella, una ragazza complessa, tormentata tra la tentazione del male e l’ambizione del bene. “I tormenti di Stella sono la traccia di un percorso emotivo, i singoli fatti ne sono solo il riflesso. Non sono solo di Stella ma di quanti – per amore o per follia – si muovono sul suo percorso. Sono i tormenti di tutti noi, di cui non comprendiamo l’origine, quando – credendo di aver compreso tutto della nostra vita – in realtà non sappiamo riconoscere quanto spazio abbiamo concesso alle nostre emozioni e quanto ne abbiamo negato”, scrive l’autore nella nota introduttiva.
Da anni, probabilmente, Ardita si portava dentro la necessità di scrivere questo romanzo. L’autore scrive infatti che “Stella già da tempo aveva bussato alla mia porta. È stato un tempo lungo, ma ne è valsa la pena perché, mentre mi aspettava tra quei byte, in questi anni la sua immagine ai miei occhi è cambiata insieme a me. Fino a prendersi con forza il ruolo di protagonista mentre all’inizio era poco più che una comparsa”. Al fianco della giovane studentessa, l’autore racconta le avventure di Domenico Bonaldo, agente di Custodia, gli “antenati” della Polizia penitenziaria. Pure dentro a Bonaldo convivono due forze opposte: il sentimento nascente per Stella può confliggere coi suoi doveri istituzionali.
Il primo flash del romanzo di Ardita è datato nel 1989, anno cruciale che rappresenta una sorta di prequel degli equilibri mondiali per come li conosciamo oggi. Tra colpi di scena ed eventi inaspettati, il romanzo racconta un pezzo degli “anni di piombo“: i protagonisti si muovono sullo sfondo dei legami occulti che legano lo Stato, le organizzazioni terroristiche e quelle mafiose. “L’ambientazione storica non è solo un contorno, Ardita ci immerge nel clima di tensione e paura degli anni di piombo, mostrando come le vicende di un singolo individuo possano riflettere i conflitti di un’intera nazione“, dice l’editore Salvo Bonfirraro. “Volevo raccontare quanto sia difficile trovare la propria strada quando il male sembra impregnare ogni cosa, e come alcune scelte, a volte inconsapevoli, possano condurci a un destino irreversibile se non si riesce a trovare la forza di reagire”, ha dichiarato l’autore. Dalla penna di Ardita sono nati anche il consigliere Corsetti, direttore dell’Ufficio detenuti, e il maresciallo Murru, esperto agente di Custodia. Due personaggi che l’autore avrà modellato probabilmente sulla base della sua esperienza diretta al Dap. Mai come in questo caso, dunque, va letta con attenzione l’avvertenza preliminare: tutti i personaggi sono di pura fantasia. Tranne i Dire Straits, ovviamente.