Otto ore di sciopero dei metalmeccanici su tutto il territorio provinciale: in piazza lavoratori, lavoratrici, sindacati e istituzioni per protestare contro il licenziamento collettivo di 560 persone annunciato da Berco a Copparo e Castelfranco Veneto. A Ferrara, dove concentra il grosso degli esuberi, si è tenuta una manifestazione alla quale hanno partecipato anche i leader sindacali.

Il corteo è partito dallo stabilimento Berco, specializzata nella produzione di componenti e sistemi sottocarro di macchine movimento terra cingolate, ed è arrivato in piazza del Popolo per i comizi di Fim, Fiom e Uilm. Al fianco dei ferraresi anche delegazioni di metalmeccanici provenienti da Bologna e dal resto dell’Emilia-Romagna. “Sono tante le aziende che su questo territorio hanno chiuso o stanno chiudendo. Per questo – ha sottolineato il segretario della Fiom Michele De Palma – chiediamo un confronto in una zona speciale, qui nell’area del Ferrarese”.

Stefano Bondi, segretario provinciale dei metalmeccanici della Cgil, ha aggiunto: “Abbiamo una situazione catastrofica sul territorio. Scioperiamo a livello territoriale perché oltre a Berco abbiamo tutto il territorio disastrato. Molte aziende stanno licenziando lavoratori ed è importante essere in piazza per affermare il diritto al lavoro. Servirebbero investimenti e un piano strategico del governo per risollevare questo territorio”.

“Oggi siamo qui per interrompere un’azione distruttiva che va avanti da oltre 10 anni. Gli ultimi incontri al Mimit, iniziati il 17 ottobre, non sono serviti a sbloccare la situazione di Berco e l’avvio della procedura di licenziamento per 480 lavoratori a Copparo. Oggi è una grande giornata di lotta, con uno sciopero dei metalmeccanici qui a Copparo, come non accadeva da oltre 40 anni. Siamo qui per dire basta, Berco questa volta non la passerà liscia”, ha rimarcato il segretario generale Uilm, Rocco Palombella.

L’azienda – ora nel gruppo ThyssenKrupp – è presente sul territorio da oltre 100 anni e rappresenta la più grande realtà produttiva metalmeccanica del Ferrarese. Nel 2013 aveva 2.800 dipendenti, oggi ridotti a 1.200. L’ultimo accordo del 2013 non è servito a nulla. “Non può – aggiunge Palombella – un’azienda come questa non presentare un piano industriale credibile e ridurre il personale del 40%”. Intanto il ministro delle Aziende del Made in Italy Adolfo Urso ha convocato per giovedì 14 un tavolo di aggiornamento sulla vertenza, con l’azienda che allo scorso incontro del 5 novembre aveva accolto la richiesta di sospensiva della procedura di licenziamento.

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