“È stata colta con le mani nella marmellata”. È un’espressione che indica quando qualcuno viene colto sul fatto, in flagrante. Ma in questo caso si potrebbe dire che quel qualcuno l’ha presa alla lettera. Perché l’annosa vicenda giudiziaria che vedeva coinvolta la ballerina Eleonora Abbagnato e un ignoto persecutore è finalmente giunta alla fine.
A minacciare l’étoile, direttrice del corpo di ballo del Teatro Costanzi, è stata una madre, Giulia De Stasi, che ha deciso di spedire delle lettere minatorie ad Abbagnato perché non dava ruoli abbastanza importanti a sua figlia. Una serie di missive in cui De Stasi perseguitava l’étoile dal 2016, ma che erano rimaste prive di un mandante. “Una missiva assai più aggressiva e grave – spiegò la ballerina riferendosi alla seconda lettera ricevuta in un mese -. Mi sono sentita minacciata, e lo stesso vale per la mia famiglia. Parlava della mia vita personale, dei miei figli, parlava di Dio. Ho chiesto a mio marito di tornare più spesso a casa. Ero stata male, mi sentivo sola, soprattutto quando uscivo dal teatro”.
L’identità del colpevole, però, è sempre rimasta avvolta nel mistero. Almeno fino ad oggi. Perché il piano di De Stasi è fallito a causa di un barattolo di marmellata fai da te che la signora 67enne aveva regalato ad Abbagnato. E il perito del Tribunale ha stabilito la corrispondenza tra la grafia delle lettere e quella scritta a mano sull’etichetta del vasetto.
Dall’inizio delle indagini, De Stasi si è sempre dichiarata innocente, ma una volta accertato che la grafia rinvenuta sulle lettere fosse la stessa del barattolo, l’inchiesta ha accelerato fino alla condanna di 2 anni per calunnia.