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Milano, nel quartiere Isola la manifestazione contro le infiltrazioni mafiose nei locali della movida

Milano, nel quartiere Isola la manifestazione contro le infiltrazioni mafiose nei locali della movida
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Una carovana in giro per il quartiere di Isola a Milano. È una sorta di manifestazione itinerante quella organizzata da cittadini ed esponenti dei partiti di centrosinistra giovedì 27 giugno. L’obiettivo della manifestazione era quello di accendere i riflettori su un fenomeno in ascesa: l’infiltrazione della criminalità organizzata nelle attività di ristorazione. In questo senso Isola è ormai uno dei quartieri principali della movida milanese. Logico dunque che la zona sia diventata obiettivo degli appetiti di Cosa nostra, ‘ndrangheta e Camorra. Nell’aprile scorso un’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Milano aveva portato al sequestro di tre locali all’interno del Mercato Comunale Isola e all’arresto di 14 persone. Le attività finite sotto sequestro, secondo gli investigatori, erano gestite da Agostino Cappellaccio, ritenuto il referente di ‘ndrangheta dei Piromalli di Gioia Tauro, tra i 14 arrestati.
L’operazione ha provocato roventi polemiche, anche relative ai controlli municipali. Ecco perché i partiti che rappresentano la maggioranza in Comune hanno tentato di rilanciare, organizzando la manifestazione dal titolo: “Tana per la mafia. “Oggi per le strade dell’Isola abbiamo detto alcune cose chiare: noi l’infiltrazione della mafia nell’economia legale la vediamo benissimo e abbiamo gli strumenti per intercettarla e fermarla. Eravamo in tanti (centrosinistra, istituzioni, associazioni, cittadini). Non finirà qui”, scrive sui social Federico Ferri, segretario del circolo Pd di Zara e coordinatore legalità dei dem. Che poi sostiene: “Al Mercato Comunale gli argini hanno tenuto e il coinvolgimento della Polizia Locale con un ruolo importante nelle indagini dimostra l’attenzione e il ruolo dell’Amministrazione”. Nei giorni successivi all’inchiesta era scoppiata una polemica relativa al fatto che personaggi considerati vicini a boss della ‘ndrangheta si fossero infiltrati in uno spazio di proprietà comunale. Palazzo Marino ha vigilato? Una domanda che – come ha raccontato Il Fatto Quotidiano – si è posta la Guardia di Finanza: dopo i sequestri, infatti, l’indagine si è concentrata sul Comune, sui mancati controlli e, a quanto risulta, su alcuni rapporti opachi con uno o più rappresentanti politici.

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