Gli Stati Uniti sono contrari a una tassa globale sui miliardari. La segretaria al Tesoro Janet Yellen in un’intervista al Wall Street Journal respinge la proposta avanzata dal Brasile, presidente di turno del G20, e appoggiata da Francia, Germania e Spagna per imporre un’imposta globale sulle 3mila persone al mondo proprietarie di patrimoni superiori al miliardo di dollari. “Noi crediamo in una tassazione progressiva. Ma non supportiamo un percorso che punti ad arrivare a un qualche accordo globale per tassare i miliardari e ridistribuire poi in qualche modo i ricavi”, ha detto Yellen posizionandosi in vista del G7 dei ministri delle Finanze che si terrà a Stresa da giovedì a sabato durante il quale si discuterà – oltre che di asset russi congelati e impatto dell’intelligenza artificiale sull’economia – anche dell’attuazione del primo pilastro dell‘accordo sulla tassazione minima delle multinazionali e della proposta brasiliana.
La maggior parte dei paesi, ricorda il Wsj, applica le imposte sul reddito in base alla residenza della persona. Gli Stati Uniti, invece, tassano i propri cittadini in base al loro reddito mondiale, rendendo quindi più difficile sfuggire alla tassazione spostando asset e guadagni all’estero.
L’amministrazione Biden ha comunque proposto di aumentare significativamente le tasse sugli americani ad alto reddito portando al 25% l’aliquota federale sui guadagni – comprese le plusvalenze non realizzate – di chi ha un patrimonio superiore a 100 milioni di dollari. Ma non si è spinta a ipotizzare un’imposta sulla ricchezza. Le plusvalenze negli Stati Uniti sono generalmente tassate con un’aliquota massima del 23,8% solo quando l’asset viene venduto, “il che significa che gli incrementi possono non essere tassati per anni”, chiarisce il Wsj: la proposta del presidente democratico sarebbe dunque potenzialmente dirompente. Ma finora non ha fatto passi avanti.
Yellen ha contribuito negli ultimi anni a promuovere l’accordo globale sulla tassazione delle multinazionali, che fissa un minimo del 15% da versare nelle giurisdizioni in cui operano. Ma, con i repubblicani contrari, il Congresso non ha approvato l’accordo sul primo pilastro, cioè il diritto per gli Stati in cui i grandissimi gruppi generano entrate di tassarne una parte.