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“Sono diventata allergica a tutto dall’oggi al domani. Per anni ho potuto mangiare solo quattro cibi, tutti gli altri mi avrebbero ucciso”

La storia di Amy Francic Smith, una giovane architetta di Leicester, Inghilterra, che si è ritrovata a soffrire di allergie di ogni tipo

di Ennio Battista

L’ambiente come un nemico assoluto. Così deve averlo percepito Amy Francic Smith, una giovane architetta di Leicester, Inghilterra, che si è ritrovata a soffrire di allergie di ogni tipo. “Ero allergica al mondo intero: cibi, farmaci, profumi, medicine, stress, freddo, caldo, i miei stessi ormoni. Potevo mangiare solo quattro cibi che non mi avrebbero ucciso”, ha raccontato Amy in un recente post di Instagram.

Una diagnosi che non arriva
Il suo calvario inizia nel 2015, con la comparsa di questi numerosi disagi. La sofferenza di Amy viene però amplificata anche da un altro pesante problema da affrontare, lo scetticismo dei medici. Gli specialisti che consulta inizialmente non riescono infatti a capire di cosa esattamente la giovane soffre. E come spesso accade in questi casi, i suoi malesseri vengono classificati nella categoria generica di “disturbi psicosomatici”. Solo dopo due anni di analisi e ricerche le comunicano una diagnosi corretta per provare quindi a ritornare a una vita più o meno “normale”.

Solo quattro cibi da mangiare
Amy Francis-Smith scopre alla fine di soffrire della sindrome da attivazione dei mastociti, una condizione che influisce sulle cellule immunitarie responsabili delle reazioni allergiche. Intanto occorre che la giovane recuperi una dieta equilibrata visto che da anni mangia solo manzo, pere, zucchine e riso. È evidente che una dieta così carente la porti a una grave malnutrizione. Amy racconta dei continui ricoveri in ospedale e interventi in cui ha rischiato di perdere la vita: “La vita negli ultimi dieci anni è stata inspiegabilmente difficile a volte. Ho sofferto, ho quasi perso la vita diverse dozzine di volte. La mia vita era così limitata, costretta a letto per diversi anni”.

Il recupero
Negli ultimi anni, come lei stessa racconta, grazie al sostegno della famiglia e del suo compagno, ha intrapreso un lungo percorso di guarigione, incentrato sulla gestione dello stress, sul controllo nutrizionale e sulla riduzione dell’infiammazione. In sintesi, un approccio olistico che le ha permesso di incrementare il tipo di cibo da consumare e di migliorare in modo sostanziale la sua salute e qualità della vita. Oggi Amy Francis-Smith è riuscita anche a raggiungere buoni risultati accademici e professionali, avendo completato la sua laurea in Architettura presso la Birmingham City University.

Il parere dell’esperto
“In questi casi siamo di fronte a un’iperattivazione dell’attività dei mastociti, un tipo di globulo bianco utile per proteggerci dalle minacce che possono provenire dal mondo esterno e da conseguenti lesioni”, spiega al FattoQuotidiano.it il dottor Giorgio Serino, Immunologo e Allergologo presso il Policlinico San Donato e la Casa di Cura la Madonnina. “I mastociti sono presenti nella maggior parte dei tessuti del corpo umano, soprattutto nel tessuto connettivo, pelle, stomaco, mucosa e sottomucosa intestinale. Sono cellule ricche di mediatori molto potenti che normalmente attivano un’infiammazione contro qualcosa che viene riconosciuto nemico del sistema immunitario per eliminare un’eventuale aggressione esterna al nostro organismo”.

Quali sono i sintomi tipici di queste reazioni allergiche?
“Quelli comuni alle tipiche allergie. Questa sindrome colpisce soprattutto persone giovani e durante i primi episodi può comparire orticaria. Altri sintomi: rossore cutaneo e prurito. Inoltre, questi mastociti, come detto, sono distribuiti nel nostro organismo, anche nello stomaco, per cui si possono verificare anche nausea e vomito. Tutti sintomi che, se non trattati, possono aggravarsi fino a provocare il decesso della persona”.

Casi come la ragazza inglese fanno pensare a più fattori scatenanti le numerose allergie. È possibile che ciò sia dovuto a un mix di elementi, come prodotti chimici diffusi nell’ambiente, e fattori psichici come soffrire di un forte stress?
“Mi concentrerei più che altro sullo stress. Ricordiamo che l’istamina, il principale mediatore delle allergie, è anche uno dei principali mediatori del nostro sistema nervoso e viene liberata nel cervello quando siamo stressati. Quindi sicuramente la vita stressante può favorire una sintomatologia simile o innescarla”.

Sicuramente è importante una diagnosi tempestiva.
“Infatti, è necessaria una profonda anamnesi quando ci troviamo di fronte alla sintomatologia che abbiamo descritto. In molti casi, un esame chiarificatore che non sempre si fa frequentemente è il dosaggio della triptasi, un mediatore che quando si presenta a livelli alti indica uno stato di forte attivazione allergica”.

Come si interviene con la terapia?
“La cura si basa su tutti gli inibitori che abbiamo a disposizione, quindi farmaci antistaminici; ma funzionano anche i vecchi farmaci che si impiegavano una volta per curare le malattie dello stomaco, cioè anti-recettori H2 (come la famotidina) e gli antileucotrienici. Poi c’è un’altra arma, però a doppio taglio, l’aspirina: può inibire alcuni meccanismi allergici in alcuni soggetti e contemporaneamente può anche attivarli in altre persone. Occorre, in altre parole, saperla ben ponderare”.

Mi conferma che anche un supporto psicoterapeutico integrato alle cure farmacologiche è efficace?
“Sì, come anche il caso di questa ragazza testimonia. Il consiglio è di attivare contemporaneamente i trattamenti: dopo la diagnosi, i farmaci e la psicoterapia per allentare l’impatto di una situazione di stress. Questo lo deve fare uno specialista allergologo insieme agli psicologi. E poi fare seguire al paziente una dieta specifica che riduca tutti quegli alimenti che liberano o sono ricchi di istamina. Tutti questi presidi, lo ripeto, vanno usati contemporaneamente. In questo modo riusciamo a migliorare notevolmente la qualità della vita della persona che soffre di queste patologie”.

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