Dopo due rinvii è stata fissata nuovamente per il 5 giugno l’udienza, davanti alla VI penale della Cassazione, per discutere il ricorso per questioni di diritto per saltum, senza passare per l’appello, della Procura di Milano contro le assoluzioni di 23 imputati, tra cui Karima El Mahroug e altre giovani ex ospiti delle serate di Arcore, decise dal Tribunale il 15 febbraio del 2023 nel processo sul caso Ruby ter con al centro le accuse di corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza.

Il 20 marzo scorso era in programma l’udienza, ma le difese hanno aderito all’astensione degli avvocati prevista in tutta Italia. Anche Silvio Berlusconi, poi morto il 12 giugno dello scorso anno, era stato assolto nel caso Ruby ter “perché il fatto non sussiste”. Le assoluzioni, che hanno riguardato anche l’ex fidanzato di Ruby, Luca Risso e l’ex legale della giovane marocchina, Luca Giuliante, erano state decise, come spiegato dai giudici della VII penale di Milano, per una interpretazione giuridica relativa alle giovani ospiti delle cene eleganti di Arcore, sentite nei due processi milanesi sul caso Ruby più di dieci anni fa come testi semplici. E non come indagate e con tutte le garanzie, anche se già c’erano “plurimi indizi” su presunti versamenti corruttivi a loro da parte dell’ex premier.

Stando al ricorso dell’aggiunto Tiziana Siciliano e del pm Luca Gaglio, la settima penale di Milano ha “per errore” deciso “l’abrogazione di fatto di un reato particolarmente grave“. La “offerta di denaro a un dichiarante nel procedimento penale è sempre e comunque illecita”, hanno scritto i pm. Se la Suprema Corte dovesse accogliere la linea della Procura, il processo tornerebbe a Milano in appello.

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