Sono ufficialmente iniziate le prove del concorso straordinario ter per l’assunzione a tempo indeterminato di 44.654 insegnanti. A partire da lunedì 11 marzo, infatti, gli aspiranti docenti stanno iniziando ad essere accolti nelle rispettive sedi di convocazione, nella regione per la quale hanno presentato domanda di partecipazione (la maggior parte si è trovata convocata alle otto del mattino o alle 13.30 in paesi e città a centinaia di chilometri dalla propria residenza). Per lo svolgimento delle prove scritte sono state coinvolte 3.712 istituzioni scolastiche (pari al 45,9% del totale nazionale), con 82.339 postazioni informatizzate. Una pletora di sedi mobilitate in risposta a un boom di domande, suddivise fra posti comuni e di sostegno. Posti comuni: 98.986 domande per 4.955 posti; posti di sostegno: 16.844 domande per 10.385 posti. Al concorso per la scuola secondaria di I e II grado i candidati sono 303.687 mentre i posti a bando sono 29.314 (significa che per ogni posto disponibile ci sono più di 10 candidati potenziali). Non molto meglio per la scuola dell’infanzia e per la scuola primaria, dove i candidati sono 69.117 e i posti a bando sono 15.340 (più di 4 aspiranti docenti per ogni posto). Una scommessa che paradossalmente non conviene proprio per coloro che più avrebbero interesse a partecipare: i supplenti attualmente in servizio.

Modalità – La prova scritta si svolge su postazione informatica. Ciascun aspirante ha 100 minuti per rispondere a 50 quesiti a risposta multipla di contenuto non disciplinare, di cui 10 di contenuto pedagogico; 15 di contenuto psicopedagogico (compresi gli aspetti relativi all’inclusione); 15 di contenuto metodologico-didattico (compresi gli aspetti relativi alla valutazione); 5 sulla conoscenza della lingua inglese; 5 sull’uso didattico delle tecnologie digitali. A ciascuna risposta corretta vengono assegnati 2 punti; a ciascuna risposta errata o non data vengono assegnati 0 punti. Superano la prova scritta e accedono alla prova orale i candidati che raggiungono un punteggio di almeno 70/100. La prova orale dovrà accertare la preparazione dei candidati sia sotto il profilo specificamente disciplinare sia per quanto riguarda la capacità didattica. A tal fine, i candidati dovranno svolgere una lezione simulata (con una traccia estratta a sorte). La prova scritta del concorso della Scuola dell’infanzia e della Primaria si svolgerà in un massimo di 3 sessioni, lunedì 11 (sessione mattutina e pomeridiana) e martedì 12 marzo (sessione mattutina). La prova scritta del concorso della Scuola secondaria di I e di II grado, invece, si svolgerà in un massimo di 10 sessioni, mattutine e pomeridiane, nei giorni di mercoledì 13, giovedì 14, venerdì 15, lunedì 18 e martedì 19 marzo.

Boom di domande – Ciascun candidato, sulla base dei titoli posseduti, ha avuto la possibilità di iscriversi a un numero massimo di quattro procedure (una classe di concorso della media; una classe di concorso della superiore; posto di sostegno alla media; posto di sostegno per le superiori). In concreto, i 303.687 candidati hanno presentato 437.351 domande. Le domande sono così suddivise fra posti comuni e sostegno: posti comuni: 397.631 domande per 24.107 posti; posti di sostegno: 39.720 domande per 5.207 posti. Al concorso per la scuola dell’infanzia e scuola primaria il numero di candidati è di 69.117, i posti a bando sono 15.340. Anche nel caso di primaria e infanzia ogni candidato, sulla base dei titoli posseduti, ha avuto la possibilità di iscriversi a un numero massimo di quattro procedure (Infanzia posto comune; Infanzia sostegno; Primaria posto comune; Primaria sostegno). In concreto, i 69.117 candidati hanno presentato 115.830 domande. Il numero di posti, come riporta Orizzonte Scuola, deriva dalla differenza tra i posti vacanti e disponibili dopo le operazioni di mobilità al netto degli esuberi e il numero di immissioni in ruolo stimate per l’anno scolastico 2023/2024. Questi posti erano stati già sottratti alle disponibilità per le immissioni in ruolo.

Il paradosso dei precari – Coloro che attualmente stiano già ricoprendo un posto alla scuola secondaria di I e II grado e abbiano fatto domanda di partecipazione al concorso, dovranno chiedere un permesso non retribuito per recarsi nella sede di convocazione. Ma secondo il contratto scuola, “i periodi di assenza senza assegni interrompono la maturazione dell’anzianità di servizio a tutti gli effetti”. Ne consegue che i giorni di permesso non saranno utili al raggiungimento della soglia di 180 giorni necessaria affinché un periodo di servizio possa considerarsi “anno scolastico”, e possa quindi dare punti per le graduatorie (e per lo stesso concorso straordinario ter). Ciò non rappresenta un problema per i docenti che superano la soglia di 180 giorni comunque, ma costituisce un problema se, a causa della mancanza di giorni, il servizio prestato scende al di sotto di quella soglia, come spesso capita proprio a coloro che ricoprono una supplenza grazie alla messa a disposizione e che vengono quindi chiamati dalle scuole ad anno ampiamente iniziato. Coloro, cioè, che ambiscono proprio a fare l’attuale concorso, ma che facendo la prova rinunciano ai punti della graduatoria (punteggio GaE/GPS) senza però alcuna certezza di ottenere una cattedra (un obiettivo anzi poco probabile, considerando il rapporto tra candidati e posti disponibili). Come spiegato in alcuni siti specializzati, tra cui Obiettivo scuola, ai fini della mobilità e ai fini della carriera si considera anno scolastico o il servizio prestato per almeno 180 giorni, anche non continuativi, oppure in alternativa il servizio ininterrotto dal 1° febbraio fino agli scrutini finali (o fino al termine delle attività didattiche per la scuola dell’infanzia). Il permesso non retribuito, quindi, costituirà un problema anche per la continuità del servizio svolto: un problema che riguarda tutti i precari convocati allo scritto di marzo che stanno svolgendo una supplenza iniziata a febbraio.

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