Speciale Festival di Sanremo 2024

Sanremo 2024, Elena Cecchettin: “L’intervento del cast di Mare Fuori sul femminicidio? Roba da baci Perugina”. Amadeus: “Dolore per quello che è accaduto, ma riteniamo sia stato un bell’intervento”

Durante la conferenza stampa odierna di oggi dell'organizzazione del Festival, il conduttore e direttore artistico ha replicato alle parole di Elena Cecchettin, sorella di Giulia, che ha criticato sui social l’intervento sul femminicidio da parte del cast di Mare Fuori: "Sono frasi sull’amore. Ma l’amore non ha niente a che vedere con la violenza maschile contro le donne. Siparietto inutile", le sue parole. In conferenza stampa il conduttore ha risposto alla critica

di F. Q.

Il cast di “Mare Fuori” contro la violenza di genere. Un monologo interpretato dagli attori della serie e portato sul palco dell’Ariston nella serata di mercoledì 7 febbraio. Parole scritte da Matteo Bussola che però non sono piaciute a tutti e sui social molti sono stati i commenti negativi. Parole che nemmeno Elena Cecchettin, la sorella della 22enne Giulia morta dissanguata per mano dell’ex Filippo Turetta, ha apprezzato. “Le frasi ascoltate su quel palco sono roba da Baci Perugina. E soprattutto: sono frasi sull’amore. Ma l’amore non ha niente a che vedere con la violenza maschile contro le donne. Siparietto inutile. Non si poteva fare di meglio?“, il suo commento. Cecchettin ha poi condiviso una riflessione della scrittrice, autrice e speaker Carlotta Vagnoli: “Di un siparietto intriso di pinkwashing le vittime di femminicidio e 13 sopravvissute se ne fanno poco. Sul serio non si poteva fare di meglio?”. Parole che non potevano non essere riportate in conferenza stampa all’Ariston oggi, 9 febbraio e che Amadeus ha così commentato: “Massimo dolore per quello che è accaduto (riferendosi al terribile omicidio, ndr) . Noi riteniamo sia stato un bell’intervento”.

Ma qual è stato il testo scelto dai protagonisti della serie? “Ascolta, è la prima parola. Una donna che ti parla si fida di te, non trattarla mai con sufficienza o con fastidio. Neanche quando ti sembra che si stia lamentando di qualcosa, perché c’è differenza tra lamentarsi di te e lamentarsi con te”, ha iniziato Giovanna Sannino (Carmela). Poi Matteo Paolillo (Edoardo): “Accogli è la seconda. Nessuno si merita la violenza di dover aderire ad aspettative altrui, di essere considerato troppo o troppo poco. Non ancora o non più. Facciamo invece sentire sempre chi amiamo accolto, esattamente per quello che è perché tutti noi abbiamo il diritto di essere amati ‘proprio perché’”. “Accetta, è la terza. Non sempre l’amore dura e dopo un percorso condiviso può succedere di dover spezzare un cuore, pur di non spezzare noi stessi. Perché siamo al mondo per fiorire e non appassire all’ombra di rapporti in cui non ci riconosciamo più. Ecco perché amare a volte può voler dire accettare che le persone siano felici anche senza di te”, ha detto Yeva Sai (Alina). Quindi Domenico Cuomo (Cosimo) ha continuato: “Impara è la quarta. L’amore è un lavoro e impararlo è forse la cosa più importante per la quale siamo qui. Ci riusciremo solo con un’applicazione quotidiana, tu insegni le tue parole e lei insegna le tue, fino a quando non inventerete le vostre”. In seguito ha preso la parola Antonio D’Aquino (Milos), dicendo: “Verità è la quinta. Abbandoniamo gli stereotipi del vero uomo e della vera donna, per ambire a essere uomini veri e donne vere. Gli uomini veri e le donne vere vivono e amano nel mondo, accolgono le proprie diversità e quelle degli altri come risorse, sapendo che sono proprio quelle a renderli liberi”.

Quindi Francesco Panarella (Cucciolo): “Accanto è la sesta. Una coppia non si fonda sull’attribuire ruoli ma sul condividerli, non sul tracciare confini ma sullo starsi accanto. A volte perfino sull’attendersi, accettando anche momenti di silenzio in cui ti pare non stia succedendo niente. Ma quell’attesa è solo ciò che prepara il tuo meglio e quel silenzio è solo ciò che testimonia il tuo amore”. Maria Esposito (Rosa) ha detto: “No è la settima. È una parola dura ma che dobbiamo riuscire a pronunciare, e che gli altri devono essere pronti a ricevere. ‘No’ è la parola che stabilisce il perimetro della nostra volontà, e rende chiaro che l’amore non deve c’entrare mai con il possesso. Per questo a volte ‘no’ è la più alta dichiarazione d’amore che si possa fare”. Infine Massimiliano Caiazzo (Carmine) ha concluso: “Insieme è l’ottava. Una parola che può sembrare fuori moda soprattutto oggi in cui uomini e donne si vivono come avversari. Per questo che questa parola è la più preziosa, quella su cui investire per il futuro. Ciò che conta è che ricominciamo a guardare gli uni negli occhi degli altri. Quello che sceglieremo di vedere dipenderà solo da noi”. Per terminare hanno intonato la nota colonna sonora ‘Ce sta ‘o Mar For’.

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