Il primo nodo che frena lo sviluppo dell’unione monetaria europea e il ruolo internazionale dell’euro è “la mancanza di un titolo sovrano privo di rischio emesso a livello europeo”. Parola del governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta, che in un intervento alla conferenza internazionale Ten Years with the Euro organizzata dalla Commissione Europea e dalla banca centrale lettone ha ribadito, come aveva già fatto la scorsa estate, la necessità di un eurobond. “Le obbligazioni emesse nell’ambito del programma Next Generation EU“, ha ricordato, “sono un primo, positivo passo in questa direzione. Ma emissioni episodiche non bastano per determinare un punto di svolta: per facilitare lo sviluppo della unione monetaria e dei capitali e rafforzare il ruolo internazionale dell’euro abbiamo bisogno di un’offerta stabile e regolare di titoli europei privi di rischio”.

Un eurobond – tema tornato di attualità durante la crisi Covid e nuovamente auspicato di recente anche dal presidente francese Emmanuel Macron – secondo Panetta “faciliterebbe la determinazione del prezzo di prodotti finanziari rischiosi, quali le obbligazioni societarie e i derivati, stimolandone l’espansione; renderebbe disponibile una forma di collaterale utilizzabile in ogni paese e in tutti i segmenti di mercato, da impiegare come garanzia nelle attività delle controparti centrali e negli scambi interbancari di liquidità, anche su base transfrontaliera; agevolerebbe la diversificazione delle esposizioni degli intermediari sia bancari sia non bancari; costituirebbe la base delle riserve internazionali in euro detenute dalle banche centrali estere”.

La seconda urgenza è rappresentata dalla “incompletezza dell’Unione bancaria europea”, ha detto il numero di via Nazionale. “L’istituzione del Meccanismo di vigilanza unico e quella del Meccanismo di risoluzione unico in risposta alla crisi finanziaria hanno rappresentato un importante cambiamento in questa direzione, ma si sono rivelate insufficienti a creare un mercato bancario unico”. Il settore bancario europeo “si conferma frammentato lungo linee nazionali” e “ciò ostacola la creazione di un’autentica” unione monetaria. “Miglioramenti su questi fronti sono oggi più importanti che mai. Nei prossimi anni l’Europa si troverà a operare in un contesto politico internazionale più complicato rispetto al passato. Essa dovrà allo stesso tempo realizzare obiettivi ambiziosi in ambiti quali la difesa, la transizione digitale e la lotta ai cambiamenti climatici. Come ho sostenuto in altre occasioni, una vera e propria unione monetaria e dei capitali aumenterebbe notevolmente le probabilità di successo”.

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