Un appello diretto, chiaro: basta scappare. È quello rivolto dal procuratore capo di Venezia Bruno Cerchi a Filippo Turetta, 22 anni, ex fidanzato della sua coetanea Giulia Cecchettin, il cui cadavere è stato ritrovato in mattinata nei pressi del lago di Barcis, in Friuli Venezia Giulia. “Ancora non abbiamo elementi certi” sulla dinamica di quanto avvenuto. “La ricostruzione che potrebbe fare il ragazzo sarebbe molto importante, anche per lui. L’invito” che gli rivolgo è quello di “non continuare in questa fuga verso l’Austria, si costituisca”. Su Filippo Turetta cui pende un mandato di cattura internazionale per l’omicidio della ragazza. “Speravamo di non dover dare questa notizia – ha aggiunto, rifendosi al ritrovamento del corpo di Giulia – ma la ricostruzione dei fatti che potrebbe fare Turetta sarebbe molto importante, anche per lui stesso. Per questo ribadisco: non continui questa sua fuga e si costituisca”.

Il procuratore ha poi spiegato il motivo del suo messaggio indirizzato al ragazzo: “È chiaro che prima o poi verrà ritrovato, è molto meglio che nel suo interesse si consegni – ha detto ad Antenna 3 del Veneto – Abbiamo avuto degli avvistamenti ancora in area montana dopo Cortina però questi aspetti ormai sono marginali”. Cherchi ha anche spiegato come evolverà l’inchiesta dopo oggi: “Ciò che ha cambiato l’impostazione dell’indagine – ha spiegato – è il ritrovamento del corpo; quindi adesso faremo tutti gli accertamenti del caso, sarà disposta un’autopsia per accertare esattamente le cause della morte e quindi quegli accertamenti che sono ‘tutelati’ ed è in questo quadro che ritengo opportuno che ci sia una sua versione dei fatti“. Quanto ai reperti trovati nel luogo dell’aggressione, Cherchi non entra nel merito. “Dobbiamo accertare se e a cosa sia servito”, ha detto riferendosi al ritrovamento di nastro adesivo.

A tal proposito, “è stato trovato per terra vicino a dove c’era il sangue – ha aggiunto il procuratore di Venezia – ma potrebbe essere del tutto non collegabile alle nostre indagini”. “È necessario che si facciano gli accertamenti con il Dna – ha spiegato Cherchi – per vedere la compatibilità. Bisogna avere la pazienza di accertare esattamente come sono andati i fatti e quindi anche le modalità del posizionamento della ragazza nell’auto”. Anche perché finora tutte le attività “erano dirette alla ricerca, perché si pensava e si sperava che i ragazzi fossero insieme e fossero vivi seppur con un certo coartamento nel trasferimento e nella fuga”. Ma ora, ha aggiunto il procuratore, “le cose sono cambiate e quindi anche l’ottica con cui si guardano tutti gli elementi è cambiata. Su questi particolari è necessario vedere con calma le immagini, che non è che non siano state viste. Ma adesso ripercorreremo tutti gli elementi con i tecnici, medici legali e Carabinieri dei Ris, che faranno gli accertamenti e in non molto tempo si potrà avere un quadro se non definitivo, più completo“.

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