Moda e Stile

Di latta o terrarium con fiori veri e farfalle: gli abiti impossibili (ma bellissimi) di Marni e Undercover alla Parigi Fashion Week

Che i francesi a volte si facciano prendere la mano dalla creatività non è una novità, solo che in questo caso i direttori creativi dei due brand si sono fatti prendere la mano con creazioni che poco hanno a che fare con la vita (normale) delle donne di oggi

di Massimiliano Sortino

Abiti come scrigni per conservare l’ecosistema. Abiti fatti con lattine riciclate ricoperti di fiori di alluminio. No, non siamo sul set del nuovo film di Tim Burton e nemmeno in una serie tv distopica. Siamo a Parigi durante la settimana della moda. Che i francesi a volte si facciano prendere la mano dalla creatività non è una novità, l’abbiamo già visto tante volte, solo che in questo caso due stilisti si sono fatti decisamente prendere un po’ la mano presentando creazioni sublimi ma che poco hanno a che fare con la vita (normale) delle donne di oggi. Il primo è Francesco Risso, direttore creativo di Marni dal 2016, marchio appartenuto a Consuelo Castiglioni e oggi di proprietà di OTB Group, che fa capo a Renzo Rosso e vanta nel suo portafoglio gemme del calibro di Jil Sander, Maison Margiela, Diesel e Viktor & Rolf. L’altro invece è Jun Takahashi, mente creativa di Undercover.

Tra le passioni di Risso c’è sicuramente l’arte in tutte le sue forme, un amore che gli è stato tramandato dai genitori collezionisti, e poi la moda: lo spirito dissacrante di Vivienne Westwood, l’esplorazione estetica di Rei Kawakubo per Comme des Garçons e infine il rigore sofisticato di Prada. Nella sua ultima collezione presentata ieri nei saloni e nel giardino della casa barocca che fu di Karl Lagerfeld, personaggio iconico dell’epoca d’oro della moda scomparso nel 2019, lo stilista ha creato una vera e propria performance con tanto di orchestra e coro. I vestiti per lui non sono semplici corazze per affrontare la vita di tutti i giorni, ma scelte libere che raccontano esattamente come siamo (o come ci sentiamo in un determinato momento). “Questa collezione è una celebrazione dell’opera e della pratica, di tutte le persone che lavorano con me, ma anche una celebrazione della gioia” dice lo stilista a pochi minuti dall’inizio della sfilata. La nuova collezione di Marni celebra l’artigianalità italiana che porta alla realizzazione di capi quasi d’alta moda come le cappe e gli abiti realizzati con fiori stampati su cotone, doppiati e cuciti a mano o i vestiti realizzati (sempre a mano) con lattine per creare costruzioni di fiori. Vere e proprie opere d’arte, sicuramente meravigliose, ma impossibili da indossare nella vita di tutti i giorni perché per farlo bisogna vivere una vita solamente in piedi, come una Barbie contemporanea, rinunciando a camminare o sedersi. La loro funzione sembra dunque quella di essere sfoggiati dalle star solo sul red carpet e non in altre occasioni. Sappiamo benissimo che la moda è una forma d’arte e come tale va compresa e lasciata alla libera interpretazione, ma sembra che alcuni stilisti che sfilano le loro collezioni a Parigi l’abbiano presa un po’troppo alla lettera.

Come Jun Takahashi, mente creativa di Undercover, anche lui ossessionato dai fiori e amante degli eccessi che si spinge oltre e presenta a conclusione della sfilata Primavera/Estate 24 tre abiti terrarium con tanto di farfalle svolazzanti all’interno. Un’altra creazione da sogno frutto di una creatività senza confini, ma di poca attinenza con la realtà e con quello che abbiamo visto invece alla settimana della moda di Milano. L’immagine in poco tempo è diventata virale su Instagram e TikTok dividendo gli utenti tra chi pensa che la moda debba dare libero sfogo alla creatività e chi trova questi abiti un mero esercizio di stile. Tra sostenitori e detrattori sicuramente la sfilata di Undercover è diventata l’indiscussa protagonista di un dibattito sui social che non accenna a diminuire, tra chi l’ha definita “magica” e chi invece “ridicola”. Ad ogni modo il profilo del brand giapponese, Undercover_lab, ha raggiunto un milione di seguaci e siamo certi che sia destinato a crescere in questi giorni, mentre l’ufficio stampa dello stilista ha fatto sapere che le farfalle che svolazzavano sulle rose degli abiti terrarium sono state liberate subito dopo il defilé, per buona pace degli animalisti.

Nell’attesa di vedere quali altre griffe ci sorprenderanno con le loro creazioni in cui artigianalità e guizzo creativo convivono a discapito della funzionalità e della portabilità e quale creazione vedremo nella Ville Luminiere che diventerà immediatamente virale sui social, una frase di Miuccia Prada, che riassume in poche parole quello che abbiamo visto sulle passerelle della settimana della moda di Milano, ci risuona nella mente: “C’è un ritorno al concreto, alla fisicità e al reale. Abbiamo cercato di fare al meglio il nostro lavoro e di realizzare cose belle per la realtà di oggi. Può sembrare banale, ma è la verità”. Insomma, se veramente si vuole sapere dove sta andando la moda oggi il consiglio è quello di guardare più alle collezioni presentate sulle passerelle di Milano che non agli eccessi di Parigi.

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