Moda e Stile

Schiaparelli sfila a Parigi: in passerella un tocco di follia surrealista per affrontare la vita quotidiana

Ma il connubio tra moda e arte è un po' il fil rouge di questa settimana della moda parigina. Lo abbiamo visto nei vestiti impossibili di Marni e Undercover_lab, ma anche nella collezione Primavera-Estate 2024 di Roger Vivier

di Ilaria Mauri

Daniel Roseberry continua con la sua magistrale interpretazione dell’universo stravagante di Elsa Schiaparelli. E, come sempre accade nel suo caso, anche quest’ultima sfilata non è stata una semplice presentazione di abiti, ma un’esperienza che sfida le convenzioni. Alla settimana della Moda in corso a Parigi ha presentato la sua seconda collezione prêt-à-porter, un’ode alla creatività in cui ha provato a declinare le suggestioni del surrealismo in un’eleganza quotidiana. Per fare ciò ha guardato, ancora una volta, alla fondatrice della casa di moda francese passata alla storia come “l’artista che fa vestiti”, che iniziò la sua carriera con un capo d’abbigliamento quotidiano – un umile maglione di lana – per renderlo sensazionale. “Nelle sue mani – spiega il giovane designer americano -, quell’oggetto funzionale è diventato qualcosa di cui discutere, da desiderare, per provocare. Quel pezzo, con il fiocco trompe l’oeil volutamente imperfetto e il suo umorismo surrealista e anticonformista, fu una sensazionale intuizione e il primo successo di Elsa. Da lì, ha continuato a creare pezzi iconici che hanno segnato un’epoca, con scheletri, aragoste, insetti e animali da circo. La sua filosofia non è mai cambiata: prendere qualcosa di familiare. Da rendere insolito“.

Ecco allora che l’ambientazione dell’Ambasciata d’Italia a Parigi ha sostituito il tradizionale atelier di Place Vendome, immergendo gli spettatori nell’essenza stessa di Elsa Schiaparelli: “Volevo usare lo stesso linguaggio della fondatrice, ma in modo più quotidiano, sensuale e con un tocco di umorismo”, sottolinea Rosberry. E questa sfilata è stata davvero un tributo al passato che guarda al futuro, una celebrazione di ciò che rende Schiaparelli un attualissimo marchio senza tempo. L’immagine chiave della collezione è sicuramente quella della modella dai capelli cotonati alla Jackie Kennedy con indosso un tubino rosso fuoco tempestati di cristalli, ma ogni capo è presentato è il frutto di un progetto di rielaborazione del concetto di semplicità, compiuto dallo stilista trasformando camicie bianche, trench e blazer neri in moderne opere d’arte. L’aragosta, simbolo surrealista della maison, è l’emblema della Primavera/Estate 24 di Schiap, omaggio a Salvador Dalì e all’inconscio umano. Ma non mancano i simboli chiave del brand come i bottoni a forma di labbra e orecchie, i dettagli anatomici dei piedi applicati sulle sneakers o, ancora, l’immagine del buco della serratura per gli accessori. “È la stessa donna della couture, con lo stesso senso dell’umorismo, ma con una mentalità completamente diversa“, chiarisce lo stilista che ha punteggiato la collezione con tracce della cultura statunitense dello sportswear e del denim. Il prêt-à-porter Schiaparelli non è sicuramente per tutti ma è un modo di rendere il quotidiano straordinario, quel pizzico di follia, quell’eccentrica audacia che a volte può dare la carica per affrontare una giornata.

Ma il connubio tra moda e arte è un po’ il fil rouge di questa settimana della moda parigina. Lo abbiamo visto nei vestiti impossibili di Marni e Undercover_lab, ma anche nella collezione Primavera-Estate 2024 di Roger Vivier. L’eclettico direttore creativo Gherardo Felloni, in collaborazione con la rinomata scenografa italiana Leila Maria Fteita, ha trasformato un sontuoso hôtel particulier nell’VIII arrondissement di Parigi in un’affascinante mostra immersiva chiamata “Les Éléments Vivier”. Fteita, con una carriera ricca di esperienze presso il Teatro alla Scala di Milano e collaborazioni con leggende come Dante Ferretti, Gae Aulenti, Werner Herzog e Bob Wilson, ha portato il suo genio scenografico a creare un’installazione teatrale che abbraccia quattro piani di questa dimora in stile Haussman, un autentico gioiello architettonico francese.

Ogni ambiente riflette lo spirito innovativo di Felloni che, come Rosberry, attualizza l’illustre eredità di Roger Vivier: al piano terra, “THE CRAFT OF COLOUR” cattura l’essenza dei giardini di Giverny di Claude Monet e porta le sfumature delle ninfee sulla nuova borsa multicolor Viv’ Choc, con increspature di pelle blu oceano, giallo burro e rosa confetto, esempio di artigianato straordinario e di un’estetica romantica. Salendo al piano superiore, “THE HEART OF PASSION” si tinge di rosa e rosso, celebrando l’amore, un tema caro ai modelli storici di Monsieur Vivier: qui, le décolleté “I Love Vivier” prendono il centro della scena, reinventate da Felloni con pelle reticolata e dettagli audaci. “THE SHAPE OF LIGHTNESS,” al terzo piano, esprime la gioia di vivere giovanile del marchio con il linguaggio visivo degli anni Sessanta e la riproposizione dell’iconica scarpa “Viv’ Canard.” Disponibile in varie tonalità pastello, questa collezione incarna la leggerezza e l’eleganza. Infine, l’ultimo piano, “AN AIR OF PRECIOUSNESS”, trasporta gli ospiti in un ambiente cinematografico, con borse da sera e gioielli scintillanti, ispirati alla collezione privata del designer. Una vera e propria mostra immersiva in cui l’artigianato culmina nell’arte.

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