Inflazione in lieve calo in agosto, ma la pressione sui consumatori italiani resta altissima visto che il carrello della spesa rincara ancora del 9,6% anno su anno. Le stime preliminari diffuse dall’Istat danno conto di un aumento dell’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività del 5,5% su base annua contro il +5,9% di luglio, contro il +5,3% dell’Eurozona. Non solo: complice l’andamento dei trasporti, su base mensile si registra un aumento dello 0,4%, che non si vedeva dallo scorso aprile. Il ritmo di crescita dei prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona si attesta invece a +9,6% dal +10,4 del mese prima. Prodotti alimentari e bevande analcoliche, in particolare, continuano a rincarare di oltre il 10%. “Equivalente ad una stangata da +777 euro annui per un nucleo con due figli solo per la spesa relativa a cibi e bevande”, sottolinea Assoutenti. “Con un tasso generale di inflazione pari al +5,5%, una famiglia ‘tipo’ si ritrova a subire un aggravio di spesa pari a +1.609 euro annui, che sale a +2.084 euro per una famiglia con due figli”.

L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, rallenta ancora da +5,2% a +4,8%. Secondo l’Istat la decelerazione su base annua dei prezzi al consumo è ancora fortemente influenzata dalla dinamica dei beni energetici ma “riflette anche l’evoluzione favorevole dei prezzi di alcune tipologie di servizi (ricreativi, culturali e per la cura della persona e di trasporto) e il rallentamento su base tendenziale dei prezzi dei beni alimentari, la cui crescita in ragione d’anno rimane, tuttavia, su valori relativamente alti”.

“Un calo insoddisfacente, con il contagocce”, commenta il presidente dell’Unione nazionale consumatori, Massimiliano Dona. “L’inflazione si abbassa ma troppo a rilento. I prezzi, pur se ad un ritmo inferiore, continuano lo stesso a salire nonostante abbiano oramai raggiunto livelli stellari, insostenibili per troppe famiglie. Inoltre, se quella tendenziale cala, quella su base mensile decolla dello 0,4%, facendoci tornare ai livelli del mese di aprile. Per trovare un balzo superiore bisogna risalire fino al mese di novembre 2022, quando si arrivò a +0,5%”.

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