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Manovra lacrime e sangue e immigrazione da record, ma Salvini pensa a far abbattere gli orsi e lupi (e litiga con Fdi)

Manovra lacrime e sangue e immigrazione da record, ma Salvini pensa a far abbattere gli orsi e lupi (e litiga con Fdi)
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Mentre Giorgia Meloni deve ammettere l’aumento esponenziale degli sbarchi (+103% da inizio anno) ed è alle prese con una legge di Bilancio che si annuncia lacrime e sangue, nel governo si litiga anche sulla gestione degli orsi. Ieri il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha portato in Consiglio dei ministri una lettera dei sindaci del Trentino che chiedono al governo centrale un cambio di passo nella gestione dei carnivori, a partire dalla gestione autonoma senza l’impulso di Roma. Che tradotto significa anche poter abbattere gli esemplari pericolosi. Peccato che nel governo non tutti siano d’accordo con questa soluzione: Fratelli d’Italia a livello nazionale è contraria all’abbattimento degli orsi e comunque non vuole affidare unicamente la gestione alle Regioni alpine e alle province autonome di Trentino Alto-Adige.

Nel Consiglio dei ministri di lunedì pomeriggio, dopo gli interventi di Meloni sulla manovra spalleggiata dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, ha preso la parola il vicepremier leghista che sabato era stato a Pinzolo e aveva incontrato proprio gli amministratori locali di Rendena, Giudicarie e val di Sole che gli hanno consegnato una lettera in cui chiedevano “una urgente modifica normativa che apra la strada alla riduzione del numero di lupi e orsi”. La provincia di Trento, guidata dal leghista Maurizio Fugatti, infatti, ha approvato una legge che prevede un iter semplificato per abbattere i grandi carnivori senza più nemmeno chiedere il parere all’Ispra. Una norma che però il governo centrale sembra intenzionato a impugnare.

Sull’abbattimento degli orsi e sulla gestione autonoma, infatti, si sta manifestando uno scontro politico nel governo: da una parte il leghista Salvini che chiede norme semplificate per l’abbattimento e la gestione delle province trentine in base al principio dell’autonomia; dall’altra invece Fratelli d’Italia è contraria agli abbattimenti e soprattutto ad affidare tutto il potere ai territori. La materia, infatti, è in capo al ministero dell’Ambiente.

La posizione di Fratelli d’Italia è quella di favorire una gestione degli orsi facilitando una redistribuzione sul territorio e monitorando i movimenti dei carnivori tramite il “braccialetto elettronico”: una linea molto più soft portata avanti dal ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, di Fratelli d’Italia. Quest’ultimo, oltre a essere un fedelissimo della premier Meloni, di fatto ha commissariato il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin (Forza Italia) mettendo il suo fedelissimo Claudio Barbaro come sottosegretario al ministero green. È stato proprio Barbaro a incontrare gli amministratori locali e dalla riunione era emersa l’indiscrezione della volontà del governo di impugnare la norma trentina.

Così Salvini ha portato in Consiglio dei ministri la lettera degli amministratori locali che denunciano “una convivenza sempre più difficile con animali ritenuti pericolosi e aggressivi”. Dopo il suo intervento non ci sono state ulteriori obiezioni ma lo scontro nel governo continua sotto traccia.

Più complessa la questione a livello locale: il 22 ottobre in Trentino si vota per la provincia e i partiti di centrodestra che sostengono la ricandidatura del leghista Fugatti devono mostrarsi vicini alle istanze di cittadini e amministratori. Così sul territorio sia la Lega che Fratelli d’Italia sono favorevoli all’abbattimento autonomo degli orsi pericolosi provocando proteste delle associazioni animaliste.

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