Moda e Stile

Morta Jane Birkin, così l’attrice ispirò il signor Hermés a creare la borsa più costosa al mondo

E c'è da scommetterci che ora, con la sua improvvisa scomparsa, le Birkin diventeranno ancora di più un oggetto del desiderio

di Ilaria Mauri

Qual è il colmo per una donna che gira con un cestino di vimini al braccio? Diventare la musa ispiratrice della borsa di pelle più costosa al mondo. È racchiusa tutta qui l’essenza e la magia di Jane Birkin, scomparsa oggi all’età di 76 anni nella sua casa di Parigi. Inglese naturalizzata francese, icona pop e maestra di stile, nella sua vita ha fatto sintesi delle antitesi, lasciando il segno nella musica, nel cinema e nella moda.

E proprio al mondo della moda ha lasciato l’eredità più grande, la costosissima borsa che porta il suo nome: la Birkin di Hermés. Proprio lei, che girava con al braccio un cesto portoghese di vimini, comprato negli anni Sessanta in un mercatino di Londra e divenuto il suo accessorio simbolo. Lo sfoggiava nelle serate con il compagno Serge Gainsbourg, alle feste mondane e per fare la spesa. Una volta persino sul red carpet del Festival del cinema di Cannes: per l’occasione aveva avvolto il manico con un foulard di seta. “Era la mia certezza”, disse in un’intervista a Vogue.

Lì dentro ci infilava tutta la sua vita, il caos di effetti personali che conteneva era il riflesso della sua mente istrionica e appassionata. Quel cesto contribuì a a fare di lei una musa, imprimendo nell’immaginario collettivo prima la ragazzina sexy un po’ ribelle e poi la donna matura, elegantemente un po’ sciupata, bella con una naturalezza quasi selvaggia e primitiva.

Finché, vuole la leggenda, un giorno del 1984 si trovò seduta in aereo accanto all’allora presidente esecutivo di Hermès, Jean-Louis Dumas, che, osservandola mentre era intenta a raccogliere il contenuto della sua borsa traboccato a terra, le chiese come mai non utilizzasse una borsa più pratica per contenere tutte le sue cose. “Che ci vuoi fare, Hermès non fa borse con le tasche“, la risposta dell’attrice, ignara di chi fosse il suo interlocutore. Al che Dumas, spiazzato, rivelò la sua identità, presentandosi nientepopodimeno che con un “io sono Hermès”. E, incuriosito, sfruttò tutta la durata del viaggio Parigi-Londra per interrogare Jane Birkin su come dovesse essere la sua borsa ideale.

Lei prese allora uno di quei sacchettini per il vomito che si trovano sempre nelle tasche dei sedili dell’aereo e iniziò ad abbozzare la sua borsa dei sogni: il modello di partenza era quello della Kelly, ma più semplice, più grande e più funzionale. Non una delle valigie di Hermès ma sicuramente capiente. Un po’ come l’Haut à Courroies, la storica sacca in pelle e tela da equitazione, ma più chic. Doveva essere qualcosa che potesse usare per fare la spesa e per andare alle serate di gala, proprio come il suo cestino di vimini. Parlando e confrontandosi in quel brainstorming del tutto casuale e improvvisato, ecco che la borsa ideale di Birkin iniziò a prendere forma, in un perfetto equilibrio di praticità, eleganza e unicità.

Così, un anno dopo, Hermés lanciò sul mercato quella che ad oggi è la borsa più costosa al mondo. 7mila euro è il suo prezzo base, per pochi e selezionatissimi clienti disposti ad attendere anche anni pur di averla. Per non parlare di chi è arrivato a spendere 255.700 euro per il prezioso modello Himalaya in pelle di coccodrillo e diamanti, battuto all’asta da Christie’s o per la rarissima Faubourg venduta al prezzo record di 158.000 euro a maggio 2022 sul portale di second hand di lusso Vestaire Collective. Negli anni, infatti, la maison francese si è sbizzarrita creando modelli ed edizioni limitate di ogni tipo, utilizzando i pellami più esclusivi, pietre preziose e stampe d’arte.

Oggi la borsa Birkin è entrata nel mito e ancor più mitologiche sono le immagini di Jane che la sfoggia al braccio, sempre strapiena di cose, carte, giornali, vita. D’altra parte, lei le ha sempre maltrattate le sue borse, utilizzandole fino all’usura, abbellendole a modo suo proprio come faceva con il suo cestino di vimini. “Ho pensato che fosse più divertente appenderci qualcosa – disse una volta alla CBS – così ci appendo l’orologio e tutti i miei braccialetti, quando cammino tintinnano“. E c’è da scommetterci che ora, con la sua improvvisa scomparsa, le Birkin diventeranno ancora di più un oggetto del desiderio.

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