Cosa sta accadendo alle nuove generazioni? Da docente, tra i banchi di scuola, in soli 10 anni ho visto, ascoltato e sperimentato una situazione sempre più grave. Ragazzi aggressivi, apatici, annoiati, avversi alle regole comuni, sempre di più imitano i contesti del mondo adulto aggressivo, violento, povero e ignorante in cui nascono e crescono. La mia potrebbe essere una lettura della realtà deformata da una singola esperienza personale, ma i dati mi confermano che il fenomeno è più generale.

Con buona precisione, dal 2010 possiamo misurare il Benessere equo e sostenibile (BES). Questi multi-indicatori sono importanti anche per il superamento della dottrina del PIL, indicatore economico unico, che ingabbia la nostra società al soddisfacimento di desideri consumistici ed egoistici e all’arricchimento personale. I BES sono uno strumento statistico puntuale che valuta i miglioramenti o le regressioni che subiamo sul piano sociale e ambientale spostando la qualità della vita e dell’ambiente al centro della scena.

A partire dal 2016, i BES sono diventati indicatori di monitoraggio degli obiettivi dell’Agenda 2030 sullo sviluppo sostenibile, i Sustainable Development Goals (SDGs) delle Nazioni Unite. Il rapporto BES 2023 ci dice che in Italia c’è un peggioramento delle relazioni sociali, del benessere soggettivo, dell’istruzione e della formazione e del benessere economico. Ma la situazione peggiore è nel campo dell’istruzione e della formazione.

E come se non bastasse il governo di destra di questo paese per il 2023 porterà “un aumento della disuguaglianza del reddito netto, misurata dal rapporto fra il reddito totale del 20% più ricco della popolazione con quello del 20% della popolazione più povera” (rapporto BES 2023). I vantaggi per professionisti e autonomi che hanno ricavi fino a 85mila euro, l’introduzione della flat tax incrementale e la sostituzione del Reddito di cittadinanza producono un incremento elevato per i più ricchi (+7,7 per cento), a fronte di un moderato aumento del reddito per i più poveri (+1,6).

Questo ha un grosso impatto sui più piccoli e gli adolescenti. In 10 anni, in Italia, il tasso di minori in povertà assoluta è triplicato raggiungendo 1,4 milioni. Mentre la famiglia benestante riesce ad ottenere il meglio dalla scuola pubblica grazie alla propria capacità di investire soldi e attenzione ai propri figli. Una famiglia povera, invece, può spendere solo 5 euro al mese per il proprio figlio ma soprattutto non ha la capacità di sostenerlo nello studio, nell’impegno e nella motivazione a causa di lavori usuranti dei genitori o per situazioni di fragilità familiare dovute a divorzi, perdita dei genitori e criminalità.

Il problema vero, più dell’abbandono, è che i ragazzi non sviluppano apprendimenti adeguati e diventano destinati ad una esistenza precaria, sotto ricatto di criminalità e di imprenditori senza scrupoli, non veramente liberi in un territorio a diffusa illegalità.

Il parlamento, in questi ultimi 5 anni, non ha ascoltato la voce di chi – come me e pochi altri – ha chiesto l’istituzione nazionale di doti educative da consegnare direttamente ai minori (per pagare libri, mense, corsi, sport, cultura) e dare così un sostegno economico strutturale per tutti i bambini e gli adolescenti. Ma ogni giorno, in ogni Comune si perde la battaglia quotidiana per avere politiche sociali all’altezza del fenomeno da contrastare, per garantire davvero una vita diversa da chi è già segnato da povertà e violenza dalla nascita.

Affidare alle scuole la sfida della dispersione scolastica o quella degli apprendimenti di minori svantaggiati è il vero problema. È come affidare all’ospedale il problema dei senzatetto o dell’alimentazione quotidiana di un paziente.

Ci vuole un esercito di assistenti sociali nei Comuni per costruire dei presidi permanenti nelle scuole, dei programmi capillari di accompagnamento dei minori e delle famiglie. I comuni che non lo fanno hanno decretato il fallimento non solo sociale e criminale del loro territorio, ma anche economico. Una nazione che non finanzia adeguatamente questi interventi sta facendo girare parte del mondo scolastico a vuoto, e tutti diventiamo un ingranaggio che ha un costo economico, spende energia ma non può cambiare la vita a chi ne ha più necessità degli altri.

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