I giovani di Forza Italia parlano di “errore”, quelli della Lega avrebbero preferito “meno rigidità” da entrambe le parti. E quindi a sostenere convintamente la decisione del presidente della Regione Lazio Francesco Rocca di togliere il patrocinio al “Roma pride” che si terrà domani restano solo i giovani di Fratelli d’Italia, partito da cui proviene il governatore eletto a febbraio. Una spaccatura all’interno delle componenti giovanili del centrodestra nel Lazio che si concretizza alla vigilia dell’evento in piazza della Repubblica, a cui parteciperà anche la segretaria del Pd Elly Schlein ma non il leader del M5S Giuseppe Conte.

L’oggetto del contendere è la decisione, che risale a lunedì scorso, di Rocca di revocare il patrocinio al Pride. Su pressione del fronte Pro-Life, il governatore aveva motivato il suo passo indietro dopo la pubblicazione del manifesto dell’evento “Queeresistenza” in cui sarebbero stati “violati gli accordi presi”. Ovvero i riferimenti alla “legalizzazione di azioni illegali e vietati dall’ordinamento italiano”, cioè “l’utero in affitto”, ha spiegato la giunta Regionale. Il giorno successivo, dopo le polemiche, Rocca aveva aperto al patrocinio: “Se gli organizzatori chiedono scusa, sono pronto a ridarlo”. Le scuse però non sono mai arrivate e quindi la Regione Lazio continua a dissociarsi dall’evento.

Una decisione che non è molto piaciuta ai giovani di Forza Italia che, pur parlando di “provocazione sull’utero in affitto”, hanno scritto un comunicato per chiedere a Rocca di ripensarci perché la decisione di revocare il patrocinio “alimenta falsi pregiudizi sul centrodestra anti-diritti”. Posizione confermata oggi da Simone Leoni, coordinatore di Forza Italia giovani in Lazio. “Non ci piace l’idea che una festa di libertà come il Pride venga trasformata un’occasione di attacco contro il governo e in un diktat sull’utero in affitto che noi condanniamo – dice Leoni – Detto questo pensiamo anche che rinunciare al patrocinio significa dare spazio a una montatura ad arte della sinistra secondo cui noi siamo un manipolo di omofobi. Farsi scivolare la provocazione e mantenere il patrocinio sarebbe stato meglio”. Leoni non ha notizie di giovani militanti azzurri che parteciperanno al Pride perché “seppur Forza Italia sui temi etici ha sempre lasciato libertà di scelta, io come altri – e lo dico con dispiacere – facciamo fatica a sentirci a casa in una manifestazione che per bocca dei promotori si rivolge solo a chi è contro il governo e a favore dell’utero in affitto”.

Anche nella Lega c’è qualche malumore nei confronti di Rocca. Non tanto per il merito della questione – ovvero lo scontro sulla maternità surrogata – ma per il metodo utilizzato. Un parlamentare leghista, chiedendo l’anonimato, parla di “figuraccia” da parte di Rocca mentre Daniele Catalano, coordinatore della Lega giovani in Lazio e consigliere nel XI municipio, spiega che forse la rottura si poteva evitare. “La nostra valutazione sull’utero in affitto non si discosta da quella di Rocca – spiega – altrimenti a febbraio sarebbe stato eletto un Presidente di Regione del Pd. È chiaro che lo slogan sulla maternità surrogata non ci piace”. Poi però aggiunge che un accordo tra le parti si sarebbe potuto trovare: “Sono dinamiche al di sopra delle mie competenze e Rocca è un uomo che ascolta – aggiunge Catalano – detto questo io non so se è stato fatto il passaggio di mettere in piedi un tavolo comune con gli organizzatori: credo che ci sia stato più un problema di comunicazione e una rigidità da entrambe le parti”. Poi una mezza stoccata a Rocca: “Noi della Lega non abbiamo alcun pregiudizio e siamo apertissimi ai diritti civili: basti pensare che la nostra Presidente di Regione in Umbria, Donatella Tesei, ha dato il patrocinio al Pride in tutti questi anni”.

L’unico partito che difende a spada tratta Rocca è Fratelli d’Italia. Fabio Roscani, responsabile nazionale dei giovani del partito, dice: “Il Presidente ha fatto bene a revocare il patrocinio perché sono venuti meno i patti – spiega Roscani – sulla pratica dell’utero in affitto non si può fare mezzo passo indietro”. Il responsabile giovani di Fratelli d’Italia aggiunge, rispondendo indirettamente ai colleghi di Lega e Forza Italia, che questo non significa alimentare pregiudizi anti-diritti nel centrodestra: “Ben venga il dibattito sui diritti e l’apertura alle associazioni Lgbtq: il governo Meloni non tornerà indietro su questo fronte. Ma sull’utero in affitto non possiamo scendere a compromessi”.

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