Si chiude con un rialzo del 21% una settimana calda per i prezzi del gas, ritornati sopra i 32 euro per megawattora sul mercato di riferimento di Amsterdam. Rispetto a lunedì l’aumento delle quotazioni è di circa il 35%, l’incremento settimanale più marcato dallo scorso agosto e il primo dallo scorso marzo. Si tratta di valori ben lontani dai picchi stratosferici toccati lo scorso settembre (oltre i 300 euro) ma che segnalano una decisa inversione di rotta rispetto ai cali dell’ultimo periodo che avevano spinto le quotazioni sotto i 20 euro, riavvicinandosi ai valori storici. La flessione era stata favorita da dati sulle scorte europee che rimangono elevate (introno al 70% delle capacità di stoccaggio) dopo un inverno mite, soprattutto nelle zone dell’Europa centrale. Inoltre segnali di rallentamento economico lasciano presagire una domanda non particolarmente intensa nei prossimi mesi.

Tuttavia la settimana è stata caratterizzata da alcuni incidenti ad impianti norvegesi e si sta entrando nella stagione calda, quando l’uso dei condizionatori accresce sensibilmente il consumo di elettricità (prodotta anche con il gas). Altro elemento di preoccupazione è che, con prezzi troppo bassi, le flotte di navi che trasportano gas liquefatto possano prediligere altre destinazioni rispetto ai porti europei. In primis l’Asia dove sono attese ondate di caldo sopra la media del periodo. Cosa significa questo per le bollette delle famiglie? Per ora poco, visto che la settimana è stata caratterizzata da forte oscillazioni del prezzo e che comunque i valori sono tornati su cifre più alte da soli pochi giorni. Per intenderci non è da escludere che i prossimi giorni si assisterà ad una nuova discesa dei prezzi. I benefici dei cali degli ultimi mesi sono comunque stati praticamente azzerati dalla decisione del governo Meloni di togliere le agevolazioni che erano state introdotte nelle fasi più acute della crisi energetica.

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