Ricavi raddoppiati, trend di crescita per il 2023 e nuovi progetti in arrivo. Chiara Ferragni si conferma un’imprenditrice di successo e chi si ferma solo alle attività social (e ai progetti tv, dalla serie su Prime Video a Sanremo) ha una visione estremamente parziale del suo lavoro. I numeri dei bilanci delle sue due società, Fenice e Tbs Crew, parlano chiaro e l’analisi illustrata da Il Sole 24 ore regala una visione complessiva sul valore dell’“impero Ferragni” e su quanto crescerà nel 2023, sfiorando numeri inimmaginabili dieci anni fa, quando tutto è cominciato.

CHIARA FERRAGNI HA RADDOPPIATO GLI UTILI RADDOPPIATI NEL 2022 – Partiamo dai freddi numeri. Fenice srl, la società alla quale fa capo Chiara Ferragni Brand – che si occupa del business legato alle licenze del marchio, dall’abbigliamento ai gioielli e presto anche dei profumi – ha raddoppiato i ricavi chiudendo il 2022 a 14,2 milioni, “con un giro d’affari a valore retail di 61 milioni, in crescita, rispettivamente, del 115% e del 134% sul 2021”, rivela Il sole 24 ore. Sono andate molto bene le cose anche per Tbs Crew (società che segue le altre attività, “dalla consulenza in digital marketing ai progetti di comunicazione per altri brand alla gestione della sua immagine in senso ampio, passando per operazioni di scouting”): i ricavi netti sono passati dai 7,1 milioni del 2021 a 14,6 milioni del 2022, con un +105%. E le cose andranno ancora meglio nel 2023: “Il giro d’affari di Fenice dovrebbe arrivare a 71 milioni, quello di Tbs Crew a 18,9 milioni”, rivela Fabio Maria Damato, general manager della società e braccio destro della Ferragni, sempre al suo fiano sia sui social che in The Ferragnez.

GIOIELLI, PROFUMI, TRUCCHI: TUTTI I TASSELLI DELL’ “IMPERO FERRAGNI” – Il pezzo de Il sole 24 ore è poi utile anche a capire com’è composto l’“impero” imprenditoriale di Chiara Ferragni, che smentisce le indiscrezioni sulla vendita delle sue quote dopo i rumors sul possibile ingresso di nuovi soci: “Di una cosa sono certa e vorrei fossero sicuri tutti, all’interno dell’azienda e tra gli operatori finanziari: le mie quote non sono in vendita”, precisa. Nel portfolio della società si contano otto licenze strategiche, dall’abbigliamento agli occhiali, dalla cartoleria alla cosmetica. E ovviamente i gioielli, capaci di generare da soli un giro d’affari nel primo anno di 11 milioni contro i 5 previsti. “Finora il modello di business si è basato sulle licenze e ha funzionato bene, in futuro però alcune potrebbero essere internalizzate”, spiegano Ferragni e Damato. Che poi annunciano due nuovi progetti: il lancio di un nuovo profumo, nella primavera del 2024, mentre a settembre aprirà a Roma, in via del Babuino, il primo negozio a gestione diretta a insegna Chiara Ferragni. Lì si potranno trovare tutti i prodotti del brand. “La moda è sempre stata la mia passione e continuerà a esserlo, ma ho imparato a considerarla anche una sfida imprenditoriale, che porto avanti e cerco di vincere grazie a una squadra fantastica e alla mia famiglia”.

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