Può sembrare strano, ma non esisteva fino a ieri in Italia un Festival dedicato ai film girati nei Borghi. Da oggi questa mancanza è stata colmata, grazie alla prima edizione del Festival Borghi sul set che si è svolta il 29 maggio a Roma, presso il Cinecircolo Romano Caravaggio, con il sostegno di Italia Nostra. L’associazione ha patrocinato il festival perché, da sempre, è molto attenta al tema delle aree interne e dei tanti borghi che formano una infrastruttura di centri storici diffusi e sono un irrinunciabile presidio territoriale che caratterizza “il Bel Paese dai 1.000 paesi”.

Il cinema è lo strumento più vivace per raccontare la realtà dei paesi e delle tante frazioni delle aree appenniniche, arroccate sui monti, che conservano caratteri architettonici identitari e gli ultimi paesaggi storici e agricoli non contaminati dalla espansione metropolitana e dallo sviluppo industriale. Durante la pandemia, la diffusione del lavoro remoto o smart working ha fatto rinascere una certa voglia di “restanza” in questi territori e innescato un processo di ripensamento, per alcuni versi positivo, delle priorità di investimento.

Nuovi bisogni di vita aggregativa in piccole comunità in rimonta rispetto alla congestione metropolitana che hanno trovato eco nel dibattito politico, attirando qualche investimento e un paio di bandi del MiC per la rivitalizzazione dei borghi. Un rinnovato interesse, foriero naturale di riusi e conseguenti interventi edilizi che Italia Nostra si augura siano nel segno del restauro e dell’antisismicità, come richiesto nel piano Borghi presentato a esponenti della precedente legislatura.

Imprescindibile presupposto di ogni sostenibilità del rilancio dei borghi è la lotta alla povertà di servizi e di diritti primari – sanità, educazione in primis – che determinano poi lo spopolamento e la marginalizzazione dei cittadini che abitano in tali contesti. Altrimenti i paesi, o “borghi” come vengono chiamati adesso, resteranno vittime dell’abbandono e della emigrazione, della crisi dell’agricoltura, della incapacità di richiamare nuove energie e di creare specifica occupazione.

I media, soprattutto il cinema e la sua capacità di restituire immagine cariche di significati, si sono rivelati uno strumento di rilancio dei territori molto potente. Paesi sconosciuti, come Rocca Calascio con Il nome della Rosa, sono stati lanciati e sono diventati mete turistiche perché location di film famosi.

Borghi sul set promuove la conoscenza dei borghi che hanno potenzialità come location e, allo stesso tempo, pubblicizza quelli che sono già stati scoperti dal cinema e per questo lavora a stretto contatto con le Film Commission regionali. È un Festival cinematografico dedicato esclusivamente a presentare e valorizzare opere cinematografiche, lungometraggi e cortometraggi, sia di finzione che documentari, girati nei centri storici di antichi paesi italiani, con un concorso, una giuria di esperti e premiazione conclusiva. Per la prima edizione sono stati presentati quattro cortometraggi e due lungometraggi realizzati in borghi che si trovano prevalentemente nel Lazio, un paio in Abruzzo e uno in Umbria, come sintetizzato nell’infografica qui di seguito. Il premio Borgo più cinematografico di questa prima edizione è andato al Comune di Contigliano, in provincia di Rieti.

Per la seconda edizione, la direzione del Festival – formata dal direttore artistico Catello Masullo, presidente del Cinecircolo Romano, e dall’ideatrice e presidente Daniela Cipollaro – immagina una serie di gemellaggi internazionali, a cominciare con i paesi della Provenza che hanno tanto in comune con quelli italiani. Ecco perché il Festival cinematografico potrebbe costituire un indubbio driver di interesse e turismo. Nel programma del Festival sono previsti forum sui Borghi, protagonismo di prodotti enogastronomici e artigianali regionali, con particolare attenzione anche alle testimonianze dei residenti, che già oggi hanno intrapreso attività innovative o fortemente volte al recupero di attività tradizionali e di nicchia.

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