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Sabina Guzzanti: “Moana Pozzi mi guardò dall’alto in basso, come una nullità”. E “svela” la lingua “segreta” che usa con i fratelli

L'attrice e comica si è raccontata in una lunga intervista al Corriere della Sera, svelando anche l'ultima volta che ha pianto, con "l'elezione di Elly Schlein a segretaria Pd"

di F. Q.

Sabina Guzzanti si è raccontata in una lunga intervista al Corriere della Sera. Definendosi “una polla”, l’imitatrice e attrice ha raccontato del profilo Facebook hackerato, dell’inizio della sua carriera ma anche del rapporto con il fratello e la sorella.

La prima “censura” televisiva, dice, è del 1987 alla prima apparizione. Al programma Proffifamente non stop “compaio io vestita da suora. Segata subito, immediatamente”. Quindi Guzzanti ricorda il periodo di Matrioska: “C’era Moana Pozzi – racconta l’attrice – Era bellissima. Un giorno mi avvicinai per parlarle, così, tanto per fare conversazione, e lei mi guardò dall’alto in basso come si guarda una nullità. Poi se ne andò senza dire una parola”.

A proposito di censura, Guzzanti non ne fa una questione di Rai. “Io voglio andare là dove mi fanno dire quello che penso, ma senza estremismi da nessuna delle due parti – spiega – Ma mi dà fastidio quando la censura viene definita ‘linea editoriale’. Tutto qui”. Senza televione in casa, Guzzanti racconta di una vita impegnata tra teatro e libri e, a proposito del suo successo come imitatrice, rivela di essersi approcciata a questo mondo per caso e poi “perché dovevo lavorare”. “Tutto cominciò con Rita Levi Montalcini. Ero in cucina, la sentii alla tv e cominciai a fare la sua voce. Il mio compagno di allora arrivò con gli occhi spalancati e disse: ‘Ma sei uguale’. E così cominciai”, dice ancora al Corriere.

Con i fratelli, Corrado e Caterina Guzzanti, racconta, “siamo molto legati“. Tanto da avere anche una “lingua segreta” per quando si incontrano: “Ci mettiamo a parlare in un modo tutto nostro, una specie di lingua segreta, velocissima, a scatti. La capiamo solo noi, una questione di vibrazioni. E poi scoppiamo a ridere come tre matti”. L’essere tutti e tre comici, ne è convinta, “non è casuale” perché, dice, “spesso la comicità è una reazione alla sofferenza”.

Nell’intervista c’è spazio anche per un accenno alla politica. “L’ultima volta che ho pianto? – risponde al giornalista – Quando Elly Schlein è stata eletta segretaria del Pd. Perché pensavo di dover morire senza vedere una donna in quel posto”.

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