La Juventus nuovamente deferita dalla Procura Figc. È arrivato il provvedimento del procuratore Giuseppe Chinè, che nasce sempre dall’inchiesta della Procura di Torino: le nuove accuse sul piano sportivo riguardano le note manovre stipendi, ma anche i rapporti con gli agenti e le partnership con altri club. La Procura federale contesta a 7 dirigenti e alla Juventus la violazione dell’articolo 4 comma 1 del codice di giustizia sportiva, quello sulla lealtà sportiva. È lo stesso che viene contestato ai bianconeri nel processo sportivo sul caso plusvalenze, per cui la sentenza sulla nuova penalizzazione è attesa tra appena tre giorni, lunedì 22 maggio. Anche sulle manovre stipendi, quindi, la Juventus rischia una ulteriore penalizzazione in classifica. Da scontare quando? Dipenderà dalla velocità del processo: per avere effetti sulla stagione in corso, il procedimento sportivo si dovrebbe concludere entro il 30 giugno. Altrimenti la sanzione verrà applicata nella stagione successiva.

I dirigenti a cui vengono contestati i fatti sono l’ex presidente Andrea Agnelli, l’ex vicepresidente Pavel Nedved, l’ex Chief Football Officer Fabio Paratici, l’attuale direttore sportivo Federico Cherubini, Giovanni Manna (all’epoca dei fatti direttore sportivo della Under 23), Paolo Morganti (all’epoca dei fatti Head of Football Operations) e Stefano Braghin (all’epoca dei fatti direttore del settore giovanile). Chiné aveva chiuso le indagini già lo scorso 12 aprile e aveva tempo fino al 27 maggio per deferire o archiviare le posizioni dei dirigenti. Alla fine ha deciso di procedere prima della sentenza della Corte d’appello federale sul caso plusvalenze: segno che – almeno per il momento – non c’erano le condizioni per un patteggiamento. La Juventus avrebbe proposto al procuratore solo una maxi-ammenda: ipotesi per ora rifiutata. Lo scenario però potrebbe cambiare proprio lunedì, quando si conoscerà la penalizzazione sul filone plusvalenze.

Le accuse/1 – La prima manovra stipendi – Per quanto riguarda la manovra stipendi 201920, viene contestata ad Agnelli e Paratici la violazione dell’art. 4, comma 1, si legge nel comunicato, “per avere depositato presso la Lega Serie A gli accordi di riduzione di 4 mensilità (marzo, aprile, maggio e giugno 2020) di 21 calciatori e dell’allenatore Maurizio Sarri, omettendo di depositare gli accordi economici di integrazione ovvero di recupero di 3 delle 4 mensilità rinunciate (aprile, maggio, giugno 2020) già conclusi con i medesimi calciatori e con l’allenatore, nella consapevolezza che gli accordi economici contenenti le integrazioni stipendiali per il recupero delle mensilità rinunciate sarebbero stati depositati dopo il 30.6.2020, ovvero dopo la chiusura dell’esercizio contabile al 30.06.2020, come poi effettivamente accaduto”.

Le accuse/2 – La seconda manovra stipendi – La stessa violazione, e in questo caso tra i dirigenti indagati c’è anche Pavel Nedved, è contestata per la stagione 2020-21, in relazione agli accordi di riduzione stipendio di 17 calciatori “nella consapevolezza che non vi sarebbe stata alcuna riduzione stipendiale effettiva, in quanto i medesimi importi sarebbero stati riconosciuti agli stessi calciatori (circostanza poi non verificatasi soltanto per Dybala e Cristiano Ronaldo) nelle stagioni sportive successive, così come già concordato fra le parti attraverso scritture private non riportate su moduli federali”. Sono le cosiddette side letter. Circostanza, si legge nel comunicato Figc, “poi effettivamente verificatasi attraverso il deposito, successivamente al 30.6.2021, data di chiusura dell’esercizio contabile 2021 (salvo che per Arthur Melo) di accordi economici di integrazione stipendiale”.

Le accuse/3 – I rapporti con gli agenti – Per quanto riguarda il terzo filone di indagine, quello relativo ai rapporti con gli agenti, viene contestato ad Agnelli, Paratici, Nedved, e inoltre a Cherubini, Manna, Morganti e Braghin di “aver violato i principi di lealtà, correttezza e probità”, in concorso con alcuni agenti “in relazione ad una serie di trasferimenti, rinnovi di contratto o sottoscrizione di contratto da professionista”. In queste diverse situazioni comprese tra il 2015 e il 2022, sempre secondo la Procura, la Juventus “avrebbe remunerato agenti sportivi per operazioni di trasferimento di calciatori in assenza di una reale attività di intermediazione dell’agente”. Inoltre, il club bianconero “si sarebbe avvalso, in relazione al trasferimento di alcuni calciatori, di un agente sportivo senza alcun conferimento di mandato o in altri casi avrebbe conferito un mandato ‘fittizio/non veritiero’ ad altro agente; o ancora avrebbe remunerato un agente con un corrispettivo in assenza di una reale attività di intermediazione al fine di compensare e sanare le debenze nei confronti dell’agente per la trattativa di un altro calciatore all’epoca dei fatti minorenne o ‘giovane di serie’ (per il quale quindi non poteva essere pattuito alcun corrispettivo)”. Riguardo a queste filone, la Procura ha trasmesso copia degli atti istruttori alla Commissione federale agenti sportivi per quanto riguarda le attività dei procuratori Davide Lippi, Gabriele Giuffrida, Giorgio Parretti, Antonio Rebesco, Luca Ariatti, Silvio Pagliari, Giuseppe Galli, Michele Fioravanti, Luca Puccinelli, Tullio Tinti e Vincenzo Morabito.

Le accuse/4 – Le partnership con altri club – Infine, in relazione all’ultimo aspetto, relativo ai rapporti di partnership, la stessa violazione dell’art.4 comma 1 è contestata, oltre che a Paratici, “anche a Cesare Gabasio, soggetto che svolgeva attività all’interno o nell’interesse della società Juventus, per aver violato i principi di lealtà, correttezza e probità, in relazione al fatto di aver trattato, sottoscritto o comunque pattuito con le società Sampdoria, Atalanta, Sassuolo, Udinese, Bologna e Cagliari accordi confidenziali aventi ad oggetto operazioni di mercato relative all’acquisto e/o alla cessione e/o al riscatto di calciatori”. La Procura contesta il fatto di non aver provveduto “al deposito della relativa modulistica federale presso la Lega di Serie A e/o provvedendo a depositare modulistica federale recante pattuizioni in tutto o in parte diverse da quelle effettivamente concluse, così tenendo una condotta di palese elusione della normativa federale che, per ragioni di trasparenza, impone di dare adeguata evidenza agli accordi aventi ad oggetto il trasferimento dei diritti alle prestazioni sportive dei calciatori”. Al riguardo, specifica il comunicato, “le posizioni dei club e dei rispettivi dirigenti che hanno realizzato tali rapporti con la Juventus saranno valutate all’esito delle ulteriori indagini in corso, ad oggi coperte da segreto istruttorio, a seguito della trasmissione degli atti dell’indagine penale da parte della Procura della Repubblica di Torino alle Procure competenti lo scorso 24 febbraio 2023″.

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