Moda e Stile

ITS Arcademy – Museum of Art in Fashion, a Trieste il primo museo italiano della moda contemporanea: in mostra anche i primi lavori di Mathieu Blazy e Demna Gvasalia

Un archivio unico e rarissimo perché formato da opere prime. Progetti radicali e innovativi, liberi dai vincoli di marchio, raccolti nelle venti edizioni di ITS Contest: quello che arriva dritto al cuore del visitatore è proprio il processo di evoluzione del talento, qui mostrato nella pienezza della sua più pura espressione creativa

di Ilaria Mauri

La leggenda narra che un giorno di molti anni fa, durante la sfilata dei finalisti dell’International Talent Support Contest di Trieste, uno di più importanti concorsi al mondo per nuovi talenti della moda, un tizio si sedette accanto ad un giovanissimo Mathieu Blazy. Il tizio in questione, incuriosito dal suo portfolio, iniziò a fargli alcune domande e, chiacchierando, gli chiese quale fosse il suo sogno: “Lavorare con Raf Simons”, rispose senza esitazione Blazy. Al che il suo interlocutore rispose: “Raf Simons sono io, ti aspetto lunedì nel mio studio”. E così i due iniziarono davvero a lavorare insieme. Oggi Blazy è l’acclamatissimo direttore creativo di Bottega Veneta, mentre Raf Simons disegna con Miuccia le collezioni di Prada, ma poco importa. Quel che davvero conta è la forza del legame, della connessione creativa, che si può creare quando si investe sui giovani talenti. Ne sa qualcosa Barbara Franchin, Presidente e Direttore Artistico di ITS, che per questo ha deciso di aprire le porte dell’archivio vastissimo costruito in questi vent’anni di ITS per sistematizzare e organizzare un patrimonio dal grande valore. Così, nella storica sede della Cassa di Risparmio, a due passi dalla maestosa piazza dell’Unità d’Italia e dal lungomare, ha inaugurato lo scorso 4 maggio, alla presenza del Sottosegretario di Stato al Ministero della Cultura Lucia Borgonzoni, ITS Arcademy – Museum of Art in Fashion, il primo museo della moda contemporanea in Italia e unico dedicato alla creatività dei talenti emergenti, che espone alcuni pezzi dell’impressionante collezione frutto del lavoro ormai ultraventennale di Barbara Franchin e del suo team e composta da 14.758 portfolio, 1089 abiti, 163 accessori, 118 gioielli, 700 opere fotografiche.

La prima mostra è “sull’importanza degli esordi”, come l’ha definita il curatore Olivier Saillard, l’autorevole ex direttore del Palais Galliera: “The First Exhibition-20 Years of Contemporary Fashion Evolution” mette in scena, sullo sfondo delle casse di legno normalmente usate per trasportare le opere d’arte, un percorso significativo che parte dalla grande Library con tutti i portfoli dei finalisti del Contest e arriva al guardaroba-caveau dove sono custoditi gli outfit della loro primissima collezione che i designer hanno deciso di donare a ITS. Un archivio unico e rarissimo perché formato da opere prime. Progetti radicali e innovativi, liberi dai vincoli di marchio, raccolti nelle venti edizioni di ITS Contest: quello che arriva dritto al cuore del visitatore è proprio il processo di evoluzione del talento, qui mostrato nella pienezza della sua più pura espressione creativa. I capi – spesso al limite dell’opera d’arte – qui esposti, sono infatti il frutto del pensiero libero di chi li ha ideati, manifestazione sublime di un intento svincolato da qualsivoglia logica di funzionalità o marketing. Ci si imbatte infatti nel look floreale di Matthieu Blazy, nell’abito da ballo di Richard Quinn, designer ecosostenibile premiato perfino dalla regina Elisabetta; e ancora, nel coat drappeggiato di Nicolas Di Felice (oggi direttore artistico di Courrèges), nelle cinture di Demna Gvasalia, lo stilista georgiano direttore creativo di Balenciaga. Ma ci sono anche pezzi di designer di cui magari ignoriamo il nome ma conosciamo i lavori, come Justin Smith (sua l’acconciatura con le corna di Angelina Jolie in “Maleficent” e quella di Carrie Fisher in Star Wars – Episode VIII) o Maiko Takeda, autrice del copricapo indossato da Bjork sulla cover di “Vulnicura”. Ed è proprio vedendo qui i loro primissimi lavori – e confrontandoli mentalmente con quelle che sono le loro creazioni di oggi – che si coglie immediatamente l’impatto che le leggi del mercato hanno sulla creatività.

ITS Arcademy è uno spazio espositivo di respiro internazionale, luogo di scambio, sperimentazione, educazione e formazione all’intersezione tra moda, arte e cultura. Ospiterà mostre internazionali, sempre con l’obiettivo di far vivere ai visitatori un’esperienza unica, immersa nella creatività, alla scoperta dei progetti e delle storie dei più entusiasmanti talenti del design degli ultimi vent’anni. Ogni pezzo raccolto, protetto e conservato narra una storia, un racconto personale e artistico, che si mette in relazione col visitatore per ispirare e stimolare la creatività che ognuno ha dentro di sé. “Tutto questo è il frutto di oltre venti anni di ricerca e dialogo con le ultime generazioni di creativi, scovati nelle scuole di tutto il mondo, seguiti, portati infine a Trieste e resi parte di una famiglia che continua a crescere – spiega Barbara Franchin -. L’archivio di ITS Arcademy è un racconto in divenire dei tempi e di come la creatività ha reagito ad un contesto storico e culturale in continua mutazione. Sistematizzare questo patrimonio per aprirlo al pubblico più ampio è una missione che sentiamo profondamente. Essa nasce dal desiderio di valorizzare i materiali a nostra disposizione usandoli come stimolo per costruire possibili futuri. L’osservatorio di ITS Arcademy è infatti insieme storia e avvenire”, sottolinea.

Per questo anche la scelta del nome “Arcademy”, che racchiude sia la simbologia legata all’arca perché come l’arca di Noè “salva biblicamente questo patrimonio” e all’accademia, perché questo Museo sui generis nasce anche con l’intento di divenire un luogo di formazione e educazione, proponendo corsi, laboratori e workshop rivolti a un ampio spettro di pubblico: da chi studia moda e design, agli studenti di scuole di ogni ordine e grado, fino ai semplici curiosi, le famiglie, i bambini. Tra i tutor molti finalisti delle precedenti edizioni di ITS, che torneranno a Trieste rimettendo in circolo saperi, talenti e competenze. Ecco allora che questo lembo di terra, ultima appendice d’Italia ad Oriente, riscopre più che mai la sua vocazione di snodo tra culture e tradizioni di Est e Ovest, dove cadono confini e barriere; vero punto di vista privilegiato da cui avere uno sguardo olisticamente distaccato sul fashion system. Quasi cento le opere esposte, scelte dal curatore nella collezione di ITS Arcademy e organizzate in sei sezioni, ognuna delle quali rappresenta un tema o una corrente artistica universale: Espressionisti, Neo Futuristi, Astrazioni liriche, Art Brut, Figurazioni libere e Autoritratti. La mostra è visitabile fino al 4 febbraio 2024.

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