Musica

Laura Bono a FqMagazine: “Volevo essere invisibile, temevo di non farcela. Ora sono a un passo dalla mia nuova vita: sento che tornerò a Sanremo”

La cantautrice, dopo diversi anni trascorsi nella band tutta al femminile Le Deva, riprende in mano la propria carriera da solista con un nuovo brano, A un passo, e i primi appuntamenti dal vivo per riabbracciare il pubblico che l'ha sempre aspettata

di Emanuele Corbo

Laura Bono torna a casa. Dai suoi “pezzi di cuore”, come chiama lei i fan. La cantautrice lanciata dalla vittoria a Sanremo tra i Giovani con Non credo nei miracoli nel lontano 2005 riprende in mano la propria carriera solista dopo diversi anni di pausa, durante i quali ha continuato a cantare ma come membro di un gruppo tutto al femminile, Le Deva. Sul finire dello scorso anno l’annuncio che quella parentesi si sarebbe chiusa perché una parte di lei tenuta in silenzio per troppo tempo scalpitava per farsi sentire. Ecco quindi che l’artista si rimette in gioco da sola con il singolo A un passo, primo capitolo di un nuovo progetto sostenuto dall’etichetta Freak & Chic che prevede, nell’immediato, il ritorno live. Dopo la data zero del 5 maggio a Taneto (Reggio Emilia), Laura Bono sarà il 12 maggio a Roma, Largo Venue, e il 14 maggio ai Magazzini Generali di Milano. Malgrado il nuovo brano parli di distanze e di un amore sempre più lontano, la cantante a FQMagazine assicura che sul piano sentimentale procede a gonfie vele. Da ben 13 anni Laura Bono è infatti legata alla compagna Federica.

Sono passati 8 anni dal tuo ultimo progetto solista, una vita.
Sono elettrizzata, negli anni scorsi ho abbracciato un altro progetto ma continuavo a scrivere canzoni che potevo cantare solo io e che avrebbero capito soltanto le persone che mi hanno sempre seguito. Le mettevo nel cassetto e mi sentivo sempre più lontana, e ora che sono a un passo – come dice il brano – dalle persone che mi stavano aspettando, ciò che mi mette ansia sono le aspettative. Dicono che più si cresce più si ha paura.

Che cosa ti aveva spinto a entrare in una girlband?
Avevo fatto un disco, Segreto, aprendo una mia etichetta e scegliendo tutto io, collaboratori inclusi, ma era tanto difficile e faticoso. Ero stanca e avevo bisogno che qualcuno prendesse decisioni per me, sentivo di correre sempre in salita. In quel momento mi è arrivata la proposta di entrare nel gruppo: avevo l’occasione in un certo senso di scomparire e stare defilata, ma a poco a poco la Laura che avevo messo da parte bussava, e io non la volevo ascoltare.

Perché?
Per il discorso di doversi rimettere in gioco, mentre io volevo essere un po’ invisibile, temevo di non farcela da sola. Quello che amavo mi faceva paura, adesso sto ricominciando ad abbracciarlo perché sono io, la gente mi conosce per quel che scrivo, da sola, con le mie piccole forze. Anche se non ho San Siro davanti va benissimo, il mio pubblico mi stava aspettando.

Che cosa ti ha lasciato quel percorso?
Un senso di sorellanza e di condivisione, anche nella scrittura. Prima scrivevo quasi unicamente da sola, ora trovo bello condividere canzoni con altri autori.

Perché hai scelto A un passo per il tuo ritorno?
È una delle canzoni che in questo momento amo di più, ma anche perché sono a un passo dalla mia nuova vita. Sto facendo un passo insieme a persone nuove (la factory creativa Freak & Chic, ndr) e a una nuova Laura: c’è una veste musicale più attuale rispetto a quello che facevo in passato.

Il brano parla di distanze, negli ultimi anni hai dovuto affrontare esperienze di questo tipo?
Ho passato quasi tutta la mia vita a un passo a volte lontanissimo e a volte vicinissimo da me stessa e dagli altri. Amo il contatto con il pubblico ma allo stesso tempo capitano momenti in cui mi isolo e quindi mentre prendo le distanze dal mondo esterno in realtà le prendo anche da me stessa, perché sto facendo ancora molti lavori su di me.

Già in un brano del 2015, Un minuto dolcissimo, parlavi di lontananza e di entità invisibili a cui aggrapparsi.
A volte viviamo relazioni in cui pur essendo uno accanto all’altro siamo distanti anni luce e sentiamo quasi più vicine cose inafferrabili come le stelle e gli angeli custodi.

Tutto bene in amore?
Sì (ride, ndr), ma capita di scrivere cose che ho vissuto perché magari ritornano.

Pensate alle nozze?
Ogni anno ci diciamo: “Ci sposiamo” e poi alla fine non organizziamo mai.

Allora porta bene dirselo e non farlo.
In effetti son passati 13 anni.

Intanto la tua vittoria a Sanremo è diventata maggiorenne.
Già 18 anni?

Era il 2005…
Ho riassaporato quel palco nel 2021 come ospite di Orietta Berti insieme a Le Deva nella serata dei duetti, però ogni volta che penso a quando accadrà – perché io sento che tornarci è nel mio destino – credo avrò bisogno di 8 litri di Xanax.

Addirittura?
Un conto è quando fai Sanremo da ragazzina spensierata, ora invece avrei molta più paura perché so come funziona il mondo della discografia, ti può scomparire la terra sotto i piedi da un momento all’altro e devi combattere con le unghie per rimanere a galla.

Come ha vissuto quei momenti?
Subito dopo Sanremo sono successe tante cose, ero richiesta anche all’estero, poi ho cambiato casa discografica, è diventato tutto complicato e ho iniziato a fare molta fatica. Tante volte ho pensato di mollare, perché manca proprio la stabilità mentale che ti permette di credere in te stessa. Ho attraversato repentini sbalzi d’umore, depressione, insonnia e momenti no. Nonostante tutto mi nasceva sempre un’altra canzone e mi dicevo: “Ma come posso mollare che è questa l’unica cosa che riesco a fare bene e i fan mi dicono che si ritrovano in quel che canto?”. E così non ho mai davvero mollato.

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